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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

giovedì 28 aprile 2011

Fuji Instax mini 7s - ovvero l'istantanea al tempo del digitale


















Un po' come il vinile, anche la fotografia istantanea sta vivendo una seconda giovinezza. La polaroid è tornata fortemente di moda, grazie anche alla voglia di anni '80 degli ultimi tempi.
Per chi è amante delle vecchie polaroid la soluzione si chiama The Impossible Project. Chi vuole qualcosa di nuovo dalla casa madre Polaroid le soluzioni sono Polaroid PoGo e Polaroid 300.
Come dite? La Polaroid 300 è identica alla Fuji qui sopra?
Si esatto. Sono identiche e sono diverse solo per colori e scritta. Potete perfino scambiare le cartucce e avrete il medesimo risultato. Il motivo?
La Polaroid ha capito che quello delle istantanee non è un mercato morto, ma vivissimo, e impreparata alla richiesta ha deciso di comprare il brevetto da Fuji e commercializzare la mini instax 7s sotto il nome Polaroid 300. 

A questo punto avrete capito che la terza via all'istantanea è Fuji con le sue Instax 200 e Instax mini (7s o 50s). Le differenze fra Instax 200 e le Instax mini? Semplice, in primis questa:













Le fotografie della Instax 200 sono notevolmente più grandi, così come il corpo macchina, e dettaglio importante: è commercializzata anche in Italia.
Io invece nel luglio 2010 acquistai una Fuji Instax mini 7s bianca, via Ebay nel Sol Levante. 
Prezzo: Macchina + 50 scatti + spedizione = 100€ ai quali vanno aggiunti circa 30€ di spese doganali.

Parentesi dogana. Il pacco è partito il 27 luglio dal Giappone. Arrivato a Malpensa il 30. Depositato in Dogana il 3 agosto. Consegnato a casa mia a metà settembre. (nel mese e mezzo di fermo ho dovuto inviare una lunga documentazione per certificare l'importo dell'oggetto).

Come è la Fuji Instax mini 7s?
E' come la vedete. Esteticamente brutta, un design pessimo che rimanda alla macchine per bambini. Dimensioni non proprio ristrette 12x12,5 cm. Corpo macchina totalmente in plastica, poco pratica e maneggevole il giusto. Se volete qualcosa di meglio rispetto a questa compratevi la mini 50s che è figa, piccola e nera. (dettaglio: costa più del doppio della 7s).
Per il resto mai acquisto fu più azzeccato. E' bello avere una foto istantanea con tanta facilità, senza spendere capitali spropositati. (the impossibile project 8 scatti = 20€ - instax mini 10 scatti = 10€).
Quando la uso, chi non la conosce è subito lì a prenderti in giro e sfottere il mini formato. Dopo lo scatto però sono tutti lì a guardare con gli occhi pieni d'invidia.

Sulle istantanee al giorno d'oggi torno a parlare nel prossimo post. 

domenica 24 aprile 2011

pillole di cinema (pasquali)












di ritorno da Bologna, con tanto sonno arretrato e voglia di uscire stasera.

FutureFilmFest
Non visto quasi niente, se non qualche incontro specializzato su effetti speciali e 3d. Nessuna grande anteprima, che purtroppo venivano passate solo la sera senza repliche di alcun tipo. Mah... Comunque vi posso dire:
-Il festival -> Poche proiezioni e un'atmosfera freddina. Non sono sicuramente la fonte più attendibile, però mi è sembrato che non ci fossero quelle good vibrations che si respirano in altri festival. 
-Paul -> Me ne hanno parlato tutti un gran bene. Divertente.
-Word Invasion -> Me ne hanno parlato tutti male. Puttanata.

Visioni Passate
Settimana scorsa ho visto Habemus Papam, non ho fatto la recensione perchè ormai i blog ne erano pieni e non sarebbe stata una recensione easy. Vi dico subito che a me il film è piaciuto. A me Nanni piace.
Mi piace quello vecchio stile di Caro Diario o Palombella Rossa, ma non disdegno quello ultimo de Il Caimano o questo Habemus Papam. Andatelo a vedere, magari non vi piacerà ma una risata ve la strapperà sicuramente.

Visioni Future
E' il momento di guardare film con poco budget, tante idee e una regia importante. Allora prossimamente guarderò il famoso Monster di Gareth Edwards e Essential Killing di Skolimowski.
Poi devo recuperare Carlos di Olivier Assayas nella sua versione lunga. Pistole e terroristi. Da vedere assolutamente.
Infine Catfish, me lo hanno consigliato qui sul blog, sembra interessante. Se lo trovo in rete me lo guardo.

Prossimi Post
Finita la Top Ten del decennio passato, mi dedicherò a commentare un genere che amo molto ma sicuramente poco visto. I documentari dedicati al cinema e alla sua storia.

giovedì 21 aprile 2011

Vedrai che scopriremo delle altre americhe io e te


La prima volta che ho pensato di aprire un blog è stato ascoltando Le Luci della Centrale Elettrica.
Nelle canzoni di Vasco Brondi ritrovo molto di me e dei miei interessi. La periferia, il disagio, la notte, l'inquinamento e il vivere d'oggi.

Mi piacciono le luci della città nella notte di periferia. Le insegne al neon, i lampioni gialli e tutte quelle luci inutili accese solo per sprecare. Sono un simbolo di decadenza, il brutto che avanza in nome del commercio e della pubblicità. Alle volte rimango diversi minuti a guardare un distributore illuminato a giorno nel pieno della notte. In futuro farò un post Periferia al riguardo.

Ho aperto il blog il 25 dicembre 2010 e sono quasi quattro mesi che lo tiro avanti. I visitatori vanno e vengono, pochi al momento, e devo sempre capire se tutti questi post di cinema che ho scritto nell'ultimo mese sono un bene o un male.

Ascolto Cara Catastrofe e digito sulla tastiera. 
Questo video mi fa impazzire, girato con poco, mi trasmette un effetto fortissimo. 
Domani vado a Bologna, farò un salto al Future Film Festival se vedo Paul in anteprima vi faccio sapere com'è.

Usate pure questo post per dirmi ogni cosa, dalle offese ai consigli. Idee. Film da vedere. Cose da scrivere. Segnalatemi blog interessanti. Quel che volete... se mai lo farete!

martedì 19 aprile 2011

Gennaro Nunziante - un regista da 57 milioni di euro.

Direte voi. Chi è Gennaro Nunziante?
Semplice. Lui.













Per chi ha ancora dei dubbi: è quello di destra.
Gennaro Nunziante, classe 1963, approda alla regia su grande schermo nel 2010 con Cado dalle Nubi (look tipo a sinistra). Il film è subito un successo e incassa ben 14 milioni di euro.
Nel 2011 il buon Gennaro esce con il suo secondo film Che Bella Giornata (tipo a sinistra again), incassando la stratosferica cifra di 43 milioni di euro.

Gennaro Nunziante è il regista dei film di Checco Zalone.
I film di Checco Zalone... mmm

Immagino un dialogo:
A- Ehi l'hai visto il film di Checco Zalone?
B- No però ho visto quello con Bisio.

Benvenuti al Sud, il film con Claudio Bisio. Che bella giornata, il film di Checco Zalone.

Gennaro Nunziante è forse il regista di maggior successo commerciale nella storia del cinema italiano, e non se lo "incula" nessuno. E' un totale sconosciuto. La critica benpensante non lo cita e il popolo cinefilo del web non lo insulta neanche. Tutti a sputare sui Vanzina, Neri Parenti, Brizzi, etcetc.. e nessuno sputa su Nunziante.
Eppure ragazzi lui è il top, due film mediocri e record assoluto d'incassi.

E' quasi un caso da studio system hollywoodiano degli anni '30. Mi verrebbe da dire Nunziante come Hawks.

Dai Gennà non te la prende. Lo so che è colpa dell'ufficio stampa che omette il tuo nome. Vedrai che con il prossimo film ti compri la villa con piscina e l'incazzatura passa.
E se non ti passa ricorda: Nunziante come Hawks.

sabato 16 aprile 2011

Migliori film del decennio. La classifica.

Finalmente completo questa serie di post sulla Top Ten del decennio appena trascorso (2001-2010).

Qui il post introduttivo con le premesse. Qui tutti i post sulla classifica.
Le precedenti posizioni:

10. Collateral
9. Gomorra
8. Ratatouille
7. La 25ma Ora
6. Lost in Translation
5. Se mi lasci ti cancello
4. Mr. Vendetta
3. L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.

Prima di svelare la vetta, faccio il consueto punto sui film che ho escluso. 
In questa mia classifica non ho inserito Non è un Paese per Vecchi e Million Dollar Baby.
L'opera dei Coen è un grandissimo film, non lo metto in dubbio, ma a parer mio è ampiamente sopravvalutato. Ha vinto diversi oscar immeritati, ed è considerato il miglior film dei fratelli dopo Il Grande Lebowski. Sinceramente non ho trovato tutti quegli elementi per gridare al capolavoro.
Million Dollar Baby è un film incredibile, francamente dovrebbe stare nella top ten. Il miglior Eastwood dai tempi de Gli Spietati, e forse lo dovevo inserire. Ma al posto di chi? Eterno dilemma. Si forse ci stava... forse no. Non mi so decidere via.



















Quentin Tarantino mette definitivamente a tacere ogni suo detrattore. Sfido chiunque a criticare questo film. Mi basta citare tre scene: l'inizio, la taverna e il cinema.
Tre momenti indelebili nella mia mente cinefila. Lo vidi in un festival in lingua originale, e non mi sono minimamente avvicinato all'edizione italiana. Bastardi senza Gloria non si può doppiare. La molteplicità di lingue presenti nel film e i vari accenti sono proprio uno dei motivi per cui vale la pena vederlo.
Purtroppo Tarantino è un autore cosi imponente e mediatico, che il suo nome prevarica il film stesso. Chi critica il film, critica Tarantino. Chi si esalta per alcune scene e personaggi sopra le righe esalta Tarantino e il suo cinema. Io mi concentro sull'opera singola, e questo film è un capolavoro sotto ogni punto di vista.
PS: si è sempre parlato male di Brad Pitt come attore, io compreso, però non posso non notare che alla posizione due e tre ci sono due film con lui protagonista.



















Un capolavoro. Un film anacronistico per i nostri tempi, guardandolo sembra di essere tornati all'epoca della New Hollywood. Basterebbero i primi dieci minuti, senza lo straccio di un dialogo, per far correre a gambe levate un qualsiasi produttore interessato al progetto. Il petroliere è un vero e proprio kolossal d'autore, un grande dispiego di mezzi produttivi al servizio di un regista e la sua creatività. Paul Thomas Anderson è uno dei migliori registi di Hollywood, definito l'erede di Robert Altman, con questo film prende le distanze dai classici film corali e incentra tutto sulla figura di un uomo: il petroliere Daniel Plainview, il prototipo del capitalista americano, dannatamente solo ma completamente divorato dalla sua smisurata ambizione e ingordigia.
Se si parla del film è impossibile non parlare di Daniel Day Lewis, forse il miglior attore in circolazione, un gigante in ogni sua interpretazione che ci fa ricordare il Robert De Niro dei bei tempi.

Concludo la mia top ten dicendo:
Non ci sono i film più belli di una volta? Falso. Ce ne sono meno, ma ci sono.

sabato 9 aprile 2011

Periferia IX

E' venerdi notte, sono rientrato alle 2,  ma non ho sonno. Leggo Blankets. Lo finisco.

Oggi è sabato, e scrivo questo post sull'onda della graphic novel di Craig Thompson. 
Quando ero piccolo per noi che vivevamo in paese la vita era scandita da due istituzioni. La scuola e la chiesa.
Nei giorni feriali si andava a scuola, nel finesettimana e festivi in chiesa e derivati. Non ho brutti ricordi, tutt'altro, sono stati momenti felici. A dieci anni te ne freghi della situazione politica, te ne freghi se è cascato il muro di Berlino, se la Chiesa Cattolica ha un passato oscuro, e sicuramente non sai che da qualche parte nel mondo un prete si scopa un tuo coetaneo. 
In paese all'epoca non c'erano i bambini atei, tutti andavano a catechismo ed era fondamentalmente un momento per passare del tempo con i tuoi amici, ascoltando cose scritte in un linguaggio incomprensibile per la nostra età. A scuola in ogni classe c'era il ragazzo agitato di turno, il casinista, quello che offendeva le maestre e picchiava i compagni. A catechismo non c'era, tutti buoni e tranquilli, eppure era sabato pomeriggio e la voglia di starci era sempre pochissima; il motivo era semplice: l'insegnante scolastico era nella maggior parte dei casi qualcuno che viveva altrove, la catechista era sempre un'amica di tua madre, e non fai casino con le amiche di mamma. 
Oltre al catechismo per una élite di bambini, generalmente quelli con la famiglia più integrata nella comunità, c'era il servizio civile cattolico. Il chierichetto. Chiaramente io ne ho fatto parte, insieme al nutrito gruppo di amici che frequentavo.
All'epoca non era una scelta, il concetto di ateo era una cosa a noi estranea, una specie di alieno. Ricordo che l'unico ragazzo della nostra classe non cattolico era un tale di nome Ruben. Bambino strano, nome strano, credo Testimone di Geova, sta di fatto che dopo la seconda elementare nessuno lo ha più visto. Sparito nel nulla.
Se il catechismo non era poi pesante, il servizio civile da chierichetto era paradossalmente divertente. Nelle festività ci si vedeva di sera, si sottomettevano i bambini più piccoli e si parlava durante la messa. Nel periodo pasquale, con la benedizione delle case era ancora meglio. Il poter entrare in bellissime ville e vedere come se la passavano i ricchi, allo stesso tempo mangiare come sfondati ogni dolce offerto e qualche volta ricevere pure qualche spicciolo era veramente il top (nella lista dei doveri). Ora che ci penso... Ricordo, una volta, di aver sostituito l'acqua benedetta con quella di una pozzanghera. 
Non ho mai pensato che ci fosse una libertà di scelta, il mio pensiero era: gli italiani sono cattolici, gli arabi musulmani, gli indiani induisti, i giapponesi buddhisti. Oltre non riuscivo a vedere. Per lo meno è stato così fino alla fine delle medie e il sacramento della cresima. Dopo è subentrata l'adolescenza con tutti i suoi problemi. 
Le nostre giovani menti sono state formate sulla base del cattolicesimo, questo non ci ha impedito di fare i teppisti nel tempo libero, picchiare i ragazzi più piccoli che rompevano le palle, offenderci fra di noi, disturbare la quiete del paese, e tante altre azioni che non erano nell'elenco del bravo cristiano. Allo stesso tempo non ha evitato l'allontanamento dalla chiesa e il grande punto interrogativo sulla parola "fede". Ora mi guardo indietro e dico: ma se non avessi frequentato la chiesa sarebbe stato meglio?
Forse per la mia crescita intellettuale e di pensiero si, però quel ragazzetto che ero non sarebbe stato contento di essere escluso dal giro.

mercoledì 6 aprile 2011

BORIS - Il Film


















Finalmente l'ho visto. Lo aspettavo da alcuni mesi, con più di un dubbio.
Trasformare un prodotto, pensato e realizzato per un serial, in un lungometraggio è sempre difficile. Il film di Boris riprende da dove la serie si era interrotta. Questa volta però non si fa una Fiction stavolta si fa il cinema, quello con C maiuscola. L'eroico Renè alle prese con un film tratto dal best seller "La Casta", un'opera d'autore al pari di Gomorra.
Parafrasando Sergio: Un film che ci si capisce e non ci si capisce..
L'ennesima speranza di Ferretti di fare finalmente la qualità e non la solita "monnezza" della tv, purtroppo la sfida al sistema non sarà facile, così come tenere a bada la sua solita troupe che di artistico non ha veramente niente.

Boris - Il Film è un'opera preziosa, da vedere assolutamente, senza dubbio una delle migliori commedie italiane degli ultimi anni. Parliamoci chiaro non è perfetto, i difetti ci sono e in bella vista; ma al giorno d'oggi è quanto di meglio il cinema italiano leggero possa offrire sopratutto se si tratta di criticare il sistema produttivo cinematografico.
Boris la serie ci mostrava una Tv cialtrona, che ha fatto dell'ignoranza e della bassa qualità la sua bandiera. Invece il film ci porta dentro il mondo del cinema, quello di serie A, impegnato ed intellettuale, che vince premi nei festival. E' un mondo annoiato, snob e con la puzza sotto il naso, con star viziate e direttori di fotografia spocchiosi ed irritanti. Dove Sorrentino e Garrone sono bravi, ma è il cinepanettone il vero sogno di ogni produttore. I soldi al cinema si fanno con le commedie sgarbate ed ammiccanti, non certo con i film impegnati.

Boris è divertente, una tragedia italiana con cui ridere di gusto nonostante la sua critica feroce.
Questo film meriterebbe un incasso eccezionale, ma così non sarà. La partenza è stata fiacca e ora bisogna vedere la seconda settimana. I fan sono corsi a vederlo, ma chi non ha mai visto la serie non ha minimamente fatto caso a questa uscita. Non c'è una star da commedia, il trailer non incuriosisce, il manifesto meno che mai, rimane solo la speranza del passaparola.

Ora viene il momento in cui oggettivamente devo far presente i difetti.
In primis l'inserimento forzato di tutti i personaggi della serie, su tutti Martellone e Crsitina (la figlia di mazinga). Sono momenti autoreferenziali che fanno contenti solo i fan ma che non dicono nulla allo spettatore normale. Il vero neo del film però sono i quindici minuti finali. Invece di salire e arrivare al culmine dell'aspettativa e del divertimento, paradossalmente arrivano le scene più deboli, le risate si affievoliscono e tutto scorre via veloce ed indolore. Sottigliezze.

Boris è un film da vedere assolutamente.

PS: I tre sceneggiatori sono, come sempre, i miei preferiti.
PSS: La scena più riuscita è sicuramente l'arrivo della vecchia troupe sul set. Memorabile.

lunedì 4 aprile 2011

Il bello della diretta




E' pura ipnosi, questo sguardo privato su una famiglia di aquile reali ha un qualcosa di eccezionale. Infatti i visitatori variano dai 70 ai 150mila.
Per chi non ne fosse a conoscenza, questo video è una diretta sul nido di un'aquila reale in Iowa. A giorni (il 4 aprile) è prevista la schiusa del terzo aquilotto. Gli altri due li potete vedere nelle rare occasioni in cui la femmina si alza per sfamarli.
Ringrazio Matteo Bordone per avermi fatto conoscere questo link.