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domenica 17 febbraio 2013

Le Donk & Scor-zay-zee

















Il film più eccentrico di Shane Meadows, girato in appena cinque giorni e un piccolo budget di trentamila sterline, è una simpatica evasione del regista inglese in territori cinematografici inesplorati, insieme all'attore e amico Paddy Considine già protagonista di Dead Man's Shoes e A Room for Romeo Brass.
Le Donk & Scor-zay-zee è un documentario in presa diretta. Una piccola troupe guidata da Meadows con l'obiettivo di narrare la missione dell'amico Le Donk, uno sconclusionato roadie che vuole a tutti i costi far esibire il giovane rapper Scor-zay-zee prima degli Arctic Monkeys in un concerto a Manchester.

Il personaggio di Le Donk era già apparso in un video di Shane Meadows del 2007 dal nome "Le Donk's Break-Dancing Master -Class Extravaganza" dove uno scatenato Paddy Considine, con il solito cappello di lana e capelli lunghi, improvvisava dei passi di danza alquanto improbabili. In questo lungometraggio i due rispolverano lo strambo personaggio per un vero e proprio mockumentary dal sapore libero e improvvisato.
Il Mockumentary è un genere che pur proponendosi come il racconto di fatti reali, quindi un documentario, porta invece in scena storie di finzione. Tanti gli esempi illustri, come The War Game, il famoso Forgotten Silver, fino al discusso The Blair Witch Project. Meadows però rinuncia ad una messinscena dettagliata ed estremamente studiata a tavolino come i film sopracitati, e opta piuttosto per un divertente incursione nel genere abbandonandosi all'improvvisazione e la verve incontenibile di Considine. Una scelta giustificata dal low budget e dalla natura sregolata del soggetto scritto insieme all'attore, che sembra metterlo perfettamente a suo agio nei panni di un outsider senza futuro ma pieno d'iniziativa.

Nonostante queste premesse e la buona volontà del progetto, è giusto dire che purtroppo Le Donk & Scor-zay-zee è uno dei film meno riusciti del regista inglese. Il risultato finale è difficile da valutare, proprio per la sua natura eccentrica e fuori dal coro; reggono le scene surreali volutamente sopra le righe mentre sembrano pesanti quelle drammatiche che cercano di caricare di intenti seriosi l'intera trama.
Una su tutte la scena del ritorno notturno di Le Donk a casa della ex-compagna. Qui appare evidente come i toni e la recitazione finiscano improvvisamente nei binari della fiction. La stessa presenza della telecamera è un forte segnale di un momento extra-reality preparato in anticipo e purtroppo non pienamente riuscito. Inoltre la recitazione dei comprimari non sempre è all'altezza, alcuni sembrano tirati dentro all'ultimo minuto ed altri si muovono come manichini di legno all'interno del quadro. Ma l'elemento che stride più di tutti è proprio la presenza di Shane Meadows dietro la telecamera, spesso ripreso dalla seconda unità come parte integrande del racconto; se l'intento è quello di far parte del racconto, talvolta emerge con forza la sua natura di direttore dell'intera storia.

Sarebbe però errato voler considerare Le Donk & Scor-zay-zee al pari dei lavori più illustri di questo regista, e di conseguenza adottare lo stesso metro di giudizio. Meadows non si pone un obiettivo cinematograficamente pretenzioso, ma vola basso e spinge sull'accelleratore del divertimento. Principalmente il suo e quello di Considine. Non si cura molto di quello che ne verrà fuori, ma vuole piuttosto dimostrare, come ha più volte ripetuto, che per fare un film a volte bastano piccoli personaggi e idee folli. In quest'ottica Le Donk & Scor-zay-zee diventa un manifesto di libertà artistica reclamato da un regista di successo, che per una volta vuole star lontano dalle ricche produzioni cinematografiche e i conseguenti limiti che impongono, per lasciarsi andare ad una una pazza storia improvvisata che lo riporta alle origini della sua carriera da regista.


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