L'ho visto circa una settimana fa, e ne scrivo solo ora con diversi buchi di memoria. Quindi sarò breve.
Re della Terra Selvaggia (Beasts of Southern Wild) di Behn Zeitlin è stato salutato come il miglior film dell'anno. Premiato in ogni dove, candidato agli Oscar, critica entusiasta e un trailer che sembra promettere benissimo.
Normale avvicinarsi a questo film indipendente con delle aspettative altissime, ed altrettanto lecito chiedere emozioni forti durante la visione. E invece?
Invece nulla. Calma piatta. Si lascia guardare nell'attesa che succeda qualcosa e che questo fantomatico capolavoro si palesi come tale. Personalmente io ho aspettato invano fino ai titoli di coda.
La storia, volutamente un po' assurda, racconta della piccola Hushpuppy (una bravissima Quvenzhané Wallis) che vive con il padre alcolizzato in una comunità autogestita al di là della diga chiamata La Grande Vasca. Un uragano distruggerà quel sogno di libertà e spensieratezza allagando tutto e portando i due a separarsi.
Behn Zeitlin realizza il film con l'insolenza tipica dell'esordiente, abbonda con la camera a mano e i movimenti veloci. Piazza musica emotional un po' in ogni dove, e tinge la storia con straordinari elementi dal sapore fantastico ma di dubbia valenza metaforica.
In definitiva se ci si dimentica delle premesse, è un film carino che non va oltre il sei e mezzo / sette.
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