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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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lunedì 4 marzo 2013

Educazione Siberiana

Premessa doverosa. Ho letto il libro di Nicolai Lilin la scorsa primavera, e ammetto di averne dimenticato gran parte della trama, ma non tanto da rendermi conto che la sua trasposizione cinematografica ne riscrive completamente la storia nell'intreccio principale. Quindi se sperate di andare al cinema per vedere tutti i passaggi dell'educazione siberiana di Kolima, lasciate perdere a priori.
















Gabriele Salvatores firma una delle produzioni italiane più attese degli ultimi anni. Un budget importante, un cast straniero, e una distribuzione internazionale. Educazione Siberiana non è solo un film tratto da un best-seller, è anche la prova del nove per un regista premio Oscar che cerca una nuova affermazione fuori dall'Italia. Purtroppo per lui, e per noi, il risultato è un film freddo come questa Russia perennemente ricoperta dalla neve.
Un deserto di colpi di scena, mai un sussulto, difficilmente un sorriso, men che meno l'epica criminale che caratterizza il genere. La storia di Kolima e Gagarin, riscritta ex-novo sulla contrapposizione fra i due, come emblema della nuova generazione criminale e il disgregamento sociale dei clan familiari, è flebile e poco incisiva nei suoi passaggi chiave.
I continui flashback spezzano un ritmo già sincopato di suo, e i tre momenti di vita di Kolima (infanzia, adolescenza e gioventù) sbalzano lo spettatore in un continuo avanti e indietro depotenziando il progresso educativo e criminale dei ragazzi e le loro storie. Viene quindi a mancare quella struttura tragica tipica del Gangster Movie, che vede alternare una prima parte di crescita e felicità, ad un fragoroso declino nella seconda. Non bastasse, la scelta di togliere la voce narrante e autoriflessiva del protagonista (presente nel libro) scarnifica ulteriormente il contesto storico biografico, e le ragioni stesse che muovono molti dei suoi personaggi.
In questo landa desolata la scena della giostra si erge con forza cinematografica al di sopra di tutte le altre, senza però trovare riscontro nella restante mezz'ora, dove il film andrà inaspettatamente a spegnersi contro ogni previsione verso un finale "agghiacciante".
Nonostante questo Educazione Siberiana si segnala per un cast bravo e talvolta straordinario (ma con un doppiaggio terribile), un'ambientazione suggestiva e un lavoro scenografico di altissimo livello con numerose location riuscite. Peccato che tutto il resto sia pure accademia senza passione.

Non avevo amato il libro, il film ancora meno.
L'ennesima delusione cinematografica dell'anno.


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