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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

mercoledì 30 maggio 2012

Periferia XXV - Questa fottuta crisi


















In quel momento ero come in un labirinto inestricabile di stanze più o meno buie, l'aria era rarefatta e i brividi avvolgevano il mio corpo, non riuscivo a capire finché non è apparsa la sua figura.
Eravamo di colpo seduti, i brividi si erano tramutati in sudore freddo, lei era davanti a me. Bella come la ricordavo, ma non riuscivo a guardarla negli occhi tanto erano algidi e imperscrutabili, fino a quando non mi parlò. Furono poche parole, veloci e sanguinarie. 
Siamo in crisi tempo, io non sono più sicura di amarti. Ultimamente ho incontrato una persona...
Disse altro che non riuscii a sentire, venni immediatamente scaraventato nel buio. Dopo ero lì su quel maledetto banco del nuovo polo universitario, scrivevo come un pazzo guardando con ansia l'orologio, la mano mi faceva male e le dita cominciavano a non rispondere. Cercavo inutilmente di copiare in bella un lungo saggio. 
Tempo scaduto. Fuori della porta un professore a salutarmi, uno di quelli che fa il tifo per me senza potermi essere d'aiuto.
Sono sicuro che hai fatto un ottimo scritto, se non andrà non ti abbattere. Ormai l'università è scivolata in una crisi d'identità dalla quale è difficile risollevarsi.
Annuisco, ringrazio e saluto. Invece di andarmene rientro nell'aula. E' un'aula diversa e tre professori sono lì ad aspettarmi. Parlano solo loro, capisco che non sanno niente di me. Non hanno letto il progetto e nemmeno il curriculum. Vorrei replicare ma ho la bocca cucita.
Quando finalmente riesco a trovare la forza di rispondere, davanti a me c'è un ragazzo sulla trentina ben vestito.
Sono in un negozio di dvd, l'esame di dottorato è perso chissà dove. Il ragazzo davanti a me commenta tutti i dvd che vede, è entusiasta di quei vecchi cult che vedeva da ragazzo e grandi capolavori nella loro edizione deluxe. Mi chiede tutti i prezzi, la sua voce mi rimbomba nella testa. Capisco a malapena.
Cavolo 12,90 per un film così vecchio. Sono diventati prezzi assurdi, con la crisi la gente non ha più soldi da spendere. E' un peccato.
Appena finita la frase, un altro sibilo risuona nella mia testa. E' la suoneria del suo Iphone. Lo sento rispondere e parlare di vacanze in America, ma la suoneria continua a suonare a intervalli regolari.
Ora è tutto buio, il suono persiste. Non è una suoneria. E' una sveglia.
La mia sveglia. 
Questa fottuta crisi che non mi lascia dormire il sabato mattina.


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