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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

mercoledì 29 giugno 2011

Carlos














Carlos è un film di Olivier Assayas diretto per la TV. Ha la durata di 330 minuti, ma è stato distribuito anche in sala in forma ridotta. In Italia è passato ad aprile su FX.
Il film narra la storia del terrorista internazionale Ilich Ramìrez Sànchez (conosciuto con il nome di Carlos), dalle sue prime azioni negli anni '70 fino alla cattura nel 1994 in Sudan. Carlos è stato uno di quei militanti della lotta armata che metteva a ferro e fuoco l'Europa con attentati e sequestri nei cosiddetti "anni di piombo".
 Il clima agitato dei seventies è fortemente di moda oggi, sopratutto al cinema dove sono usciti film molto vicini e speculari tra loro come Nemico Pubblico n.1 e La banda Baader Meinhof, senza dimenticare l'Italia con il suo Romanzo Criminale. Tutte storie contemporanee a Carlos e che in alcuni momenti ritornano in un gustoso mix di rimandi storici.
Assayas però decide di liberarsi dei consueti limiti temporali imposti dal cinema. Lo stesso Richet con il suo film biografico su Jacques Mesrine aveva optato per due capitoli, vista la mole di materiale narrativo. Qui invece si va direttamente per le sei ore in un prodotto a metà fra il film e il serial.

Il film è una monumentale ricostruzione storica del personaggio. Un film biografico a 360 gradi su uno dei terroristi più spietati e famosi di quegli anni. Dalle prime azioni sovversive fino agli ultimi anni in Sudan, la trama si dipana fra vicende personali e fatti documentati, con grande rigore visivo e intellettuale, il regista francese percorre la vita di Carlos delineando una figura carismatica e pronta all'azione  in un mondo di profondi cambiamenti. Da terrorista animato da una forte spinta ideologica a mercenario da assoldare in nome di un mondo diviso in due blocchi, con lui schierato contro il capitalismo americano; il film è  una girandola di luoghi e paesi, dall'Europa al Medio Oriente, sempre più lontano dalle nazioni guida e ormai schiavo di una vita passata e incancellabile.

La parabola di Carlos uomo è direttamente proporzionale a quella del film. Se le prime due puntate (quattro ore) presentano momenti di grande potenza (come l'attentato all'OPEC) con la carriera in ascesa del nostro eroe, l'ultimo episodio cade vertiginosamente sia dal punto di vista del ritmo che delle emozioni. Due ore dove Carlos e soci che si spostano da una città all'altra senza particolare motivo d'interesse (se non storico investigativo). La cattura, paradossalmente, arriva come una liberazione dopo una serie interminabile di momenti morti, e francamente inutili, che si erano avvicendati nel finale del film.

Carlos è un'opera discontinua e atipica, fuori dai canoni del genere e frutto di un lungo lavoro di indagine. Può regalare emozioni ma allo stesso tempo risultare eccessivamente lungo e pesante per tutte quelle persone non strettamente interessate alla vicenda.





lunedì 27 giugno 2011

Cinquemila Chilometri al Secondo

"... I palmeti, le dune, gli aironi, le feluche. Non sono miei capisci? ... A me restano solo i taxi, la connessione internet e le partenze continue."


















Dalla sapiente mano di Manuele Fior una graphic novel di rara raffinatezza, che ha vinto il Premio Angouleme 2011 come Miglior Fumetto, e aveva già visto imporsi il suo autore a novembre 2010 con il Premio Gran Guinigi 2010 come Migliore Autore Unico a Lucca Comics&Games.

Una storia d'amore e di amicizia che si dipana e s'intreccia nel tempo. Dal tramonto dell'adolescenza fino all'alba della terza età. Dalla provincia alla grande città mediorientale passando per la campagna nordica.
Manuele Fior disegna i delicati momenti della vita di tre ragazzi come tanti. Piero, Lucia e il loro amico Nicola. Apparentemente il più classico dei ménage à trois, un Jules Jim su carta, ma è appunto solo apparenza.

La società è cambiata, i giovani sono cambiati e i sentimenti con loro. Lucia e Piero si scoprono innamorati in una calda estate, ma quell'amore giovanile contaminato dall'immediato futuro e dalla necessità di spostarsi, si esaurisce in poche pagine salvo riaffiorare in ricordi intimi e sogni angoscianti. Lucia in Norvegia, Piero in Egitto e Nicola rimasto in provincia. La fotografia di una generazione che si lascia vivere seguendo il corso degli eventi senza mettere radici e sicurezze. La disgregazione dei sentimenti e degli affetti, lontani da casa e lontani dalle emozioni i tre protagonisti torneranno a intrecciare le loro strade con l'impossibile necessità di tornare al punto di partenza.

Cinquemila Chilometri al Secondo è un ritratto angoscioso delle passioni e i rimpianti di "una generazione precaria anche negli affetti" (cit.). Gli acquarelli e il tratto di Manuele Fior restituiscono le emozioni dei protagonisti nelle varie stagioni della loro vita. Tonalità di colore e stili s'intrecciano con il passare del tempo e dei luoghi, dai toni freddi norvegesi a quelli caldi dell'Egitto, fino al grigio italico della provincia. Una graphic novel da amare e leggere più volte.

Per un maggiore approfondimento -> qui
Il libro è pubblicato da Coconino Press 

mercoledì 22 giugno 2011

Fuji Instax Mini / Polaroid 300 - Pellicole













Ho parlato del revival della fotografia istantanea qui e qui. Vi ho consigliato qualche album fotografico per queste fotografie qui.
Ora è tempo di parlare del vero grande problema di queste piccole e meravigliose macchine fotografiche istantanee. Dove comprare le pellicole Instax Mini?
Come già detto, Instax Mini e Polaroid 300 sono uguali. Potete usare indifferentemente le pellicole di una sull'altra macchina. Le Instax Mini sono Fuji e vengono dall'Asia, le Polaroid 300 sono Polaroid e vengono dall'America.
Naturalmente io vi parlo della mia esperienza personale. Se avete consigli utili non esitate a commentare e segnalarmi eventuali siti o altro.

In meno di un anno ho scattato almeno 100 instax. Ora c'è da dire che 50 erano nella confezione di acquisto. Finite quelle ho fatto due acquisti e numerose ricerche per evitare di pagare un prezzo esorbitante a pacchetto.
Le Instax, così come le Polaroid, vengono vendute a pacchetti da 10 foto. Il loro prezzo di mercato si aggira sui 10 euro a pack, con forti sconti sui multipack. (le Polaroid sono leggermente più care).
Qual'è quindi il problema?
Il problema è che in Italia e anche in Europa non sono commercializzate, e quando si compra in Asia e in America subentrano i costi di trasporto e le tasse doganali.

Premessa Tasse Doganali.
Ho letto da qualche parte che vengono applicate ad oggetti di importo superiore ai 100€. Per quanto mi riguarda è risultata essere una regola abbastanza variabile, e come sempre le Poste Italiane si distingue per la loro mediocrità.

Quando si deve acquistare online i primi siti che si visitano sono Ebay e Amazon.
Su Ebay ci sono le offerte più allettanti, però i venditori sono quasi tutti allocati in USA e Giappone. Molti infine non fanno spedizioni con corriere espresso, ed in questi casi la probabilità di aspettare 3 mesi è altissima.
Su Amazon.co.uk  (inglese) si trova qualcosa (su amazon.it non c'è niente). Ho sempre scartato l'ipotesi Amazon inglese perché non ha buone offerte, lo sconto è veramente insignificante e vendono solo piccole quantità (max 2 pack).
Deluso da questi grandi colossi dello shop online, mi sono messo a spulciare la rete. Ho trovato alcuni siti specializzati in gadget giapponesi. 
Un esempio www.japantrendshop.com, i prezzi però sono molto alti. In questo caso 50 scatti costa la bellezza di 71€ senza dare garanzie sulla dogana.
Successivamente ho scoperto questo sito www.lightinthebox.com specializzato in spedizioni dalla Cina e Hong Kong. Lightinthebox si presenta bene, c'è la versione in italiano, spedisce con corriere espresso, ha dei magazzini in Europa e le pellicole in questione costano poco. Costano poco se beccate il periodo di sconto e l'offerta giusta. Alla fine mi sono convinto e ho comprato su Lightinthebox ben due volte.
La prima: 5 pack per un totale di 50 foto (+ spedizione) ho speso 55€ . Le pellicole sono arrivate in una settimana e nessun problema doganale.
La seconda: sul sito non c'erano sconti, per cui ho deciso di comprare 6 pack per un totale di 60 foto (+ spedizione) spendendo 76€. Leggermente di più. Ma la vera mazzata è arrivata quattro giorni dopo insieme alla UPS. Il corriere mi ha notificato che per ritirare il pacco dovevo pagare la bellezza di 38€ di tasse doganali.
Le ho pagate. Incazzato, ma le ho pagate.
Ho scritto immediatamente al sito per avere spiegazioni; loro mi hanno fatto notare che non è possibile sapere se verranno applicate le tasse doganali. Alle volte vengono addebitate alle volte no.

Quindi tiriamo le somme.
Sulla base di quanto vi ho raccontato vi sconsiglio Lightinthebox e altri siti simili. Ebay ha buone offerte ma se volete risparmiare dove acquistare almeno oltre 50 foto e con cifre simili rischiate la stangata delle tasse doganali.
Non vi nascondo che è un bel ginepraio, la cosa migliore è avere un amico che va in vacanza in Giappone. In alternativa non posso che consigliarvi siti come Amazon.co.uk oppure http://www.lomoshop.it e cercare le migliori offerte. Spenderete leggermente di più ma in questi casi potete evitare le tasse doganali.

lunedì 20 giugno 2011

Buone Nuove in Italia - Refn e Meadows

Valhalla Rising è uscito finalmente anche in Italia. Distribuito da Bim solo per il mercato Home Video.
















Contemporaneamente Onemovie ha fatto uscire Bronson al cinema, e Pusher 3 è uscito in dvd per 01 Distribution. La filmografia di Nicolas Winding Refn ora è più accessibile anche in Italia dove fino al 2010 i cinefili potevano solo ricorrere alla rete o a dvd import.

Noto con piacere che anche i due film più significativi di Shane Meadows sono finalmente arrivati da noi grazie a Officine Ubu.
Il bellissimo Dead Man's Shoes è uscito in dvd l'anno scorso.
















Mentre il pluripremiato This is England dovrebbe uscire al cinema il prossimo agosto (ma che senso ha far uscire questo film d'agosto??)
















Un doppiaggio terrificante. Ma almeno qualcuno ha avuto il buonsenso di distribuirlo.
PS: se vi piace Meadows e non vi spaventa l'import questo è un ottimo acquisto -> This is Shane Meadows

venerdì 17 giugno 2011

Il Giornale a Chernobyl

Generalmente su facebook, su twitter o sui blog, postiamo link di notizie prese da Repubblica o Corriere.
Ma non si vede mai un link a Il Giornale o Libero.
"E ci credo" direte voi.
In effetti se uno cerca delle notizie serie non sono esattamente i siti da consigliare ai vostri contatti.

Però vi assicuro che le notizie che ci sono su questi quotidiani non si trovano da nessuna parte. Poter leggere gratuitamente certe perle di saggezza non è cosa da sottovalutare. Un esempio?
Ultimamente a causa del referendum, Il Giornale ha deciso di riscrivere la storia di Chernobyl aprendo finalmente gli occhi a noi italiani.

Vittorio Feltri il 10 giugno scriveva parlando del referendum
... Negli anni Ottanta co­struimmo (a costi abnor­mi) alcune centrali. Al momento di attivarle e go­derne i benefici, esplose un rottame sovietico a Cernobyl per colpa di tre elettrotecnici, uno dei quali ubriaco, che aveva­no scambiato il reattore per una semplice calda­ia. Sembrava la fine del mondo. ..."
qui l'articolo completo


Gabriele Villa oggi ha dato ampio spazio alle parole di Franco Battaglia

"... Sulla scorta di dati scientifici lei sostiene che le radiazioni di Chernobyl hanno fatto zero morti...
«Certo. Zero, tra la popolazione civile. Ma non lo dico io. Lo dice l’Unscear, il Comitato scientifico dell’Onu, fondato nel 1954 e di cui fanno parte 100 scienziati di 20 Paesi diversi, che ha avuto l’incarico di studiare gli effetti sanitari delle radiazioni atomiche. Ha studiato anche Chernobyl, e ha concluso – il Rapporto è reperibile in rete – che le radiazioni fuoriuscite da Chernobyl non hanno avuto alcuna conseguenza sanitaria nel corso di questi 25 anni. “Non leucemie, non tumori solidi, non effetti genotossici, non malformazioni”, dice il Rapporto. Niente di niente. ..."
qui l'intervista completa


PS: Il Giornale è talmente serio che nell'home page fra le sezioni principali come: Economia, Politica, Sport, Cultura, etcetc... C'è la sezione Poker!!! 

martedì 14 giugno 2011

Periferia XIII













Sabato eravamo solo in quattro. Io, Luca, Alessia e una scatenata Gaia. E' arrivata l'estate e i locali all'aperto sono pieni di persone. Gaia voleva guidare, voleva convincere ad andare verso il mare a divertirci. Era così gasata e vogliosa di ballare che non potevamo dirgli di no.
Dopo quaranta minuti di macchina e altrettante fermate per caffè, alcool e sigarette; siamo arrivati. Fra tutti i posti dove andare avevamo scelto la mecca della perdizione. Un fiume di gente si riversava in quella passeggiata delirante. E' il posto dove trovi tutto, dalla musica altissima ai drink costosi, drogati a perdita d'occhio e sbirri in quantità industriale, tamarri scatenati e donne siliconate, elegantoni con il travestito di turno; ma anche: sballati, brave ragazze, gay, lesbiche, prostitute e sopratutto adulti curiosi di toccare con mano questo circo notturno.
Io e Luca siamo spenti, le due amiche invece sono scatenate, bevono, si divertono e flirtano con chiunque. La serata scorre senza problemi e abbastanza tranquillamente. Arriva l'ora di partire, con buona pace di Gaia e Alessia che nonostante sia presto hanno esaurito la voglia. Guardo l'orologio, è l'una e un quarto. Incredibile, sarà perché siamo arrivati presto, sarà perché io c'ho i cazzi miei e Luca non vede l'ora di dormire, in ogni caso è prestissimo e stiamo già camminando verso la macchina. 
Poi passa lei. E' bionda, è carina con lo sguardo stralunato. Ha un passo svelto, quasi di corsa, mi guarda e mi chiede una sigaretta. Io gliela nego. Lei riparte, stavolta ferma Gaia. Lei non si nega, gli rolla una golden virginia in meno 20 secondi. La ragazza bionda ringrazia, ma non prosegue, vuota il sacco.
C'era la fregatura, quasi me lo sentivo.
Lei si chiama Marina e quella sera aveva il cervello in panne, la borsa persa nel casino generale e i suoi amici chissà dove. Senza cellulare, senza documenti e senza soldi. 
Come fai a lasciarla lì?

Si ricorda solo un numero di cellulare a memoria, quello del suo ragazzo che è ubriaco in giro. Chiaramente  non risponde. Marina si dispera, dice di non preoccuparsi e che in qualche modo risolverà, allo stesso tempo dice: "Ho 28 anni, non mi era mai successo. Ho paura, e ora come faccio, non posso mica restare qui, sono disperata."
Ripeto. Come fai a lasciarla lì?

Ma la nostra macchina è da quattro precisi e lei sta veramente in culo al mondo. Casa sua è a oltre due ore di macchina. Intanto Gaia e Alessia sono andate in macchina e l'hanno mollata a noi. Lei continua a parlare, dice che se avesse soldi potrebbe prendere un taxi. Guardo Luca e anche lui sta pensando la stessa cosa. Col cazzo che molliamo 50 euro a questa.
Però come fai a lasciarla lì?

Aiutiamola ancora. 
Il suo ragazzo continua a non rispondere. Alla polizia non ci vuole andare perché dice che l'arrestano e gli strappano la patente.
"Marina ma la patente non ce l'hai, non c'hai un cazzo!
Nulla da fare, ha paura della polizia e non gli interessa informarsi se hanno ritrovato la borsa. 
"Marina dove avete parcheggiato la macchina?"
"Boh, non lo sò
E che cazzo. Non se ne esce. 
Ma dopo qualche minuto, un flash nel suo cervello. Dice che è arrivata con una Classe A, non ricorda il colore e che hanno parcheggiato in fondo alla passeggiata.
Andiamo a cercare questa fantomatica Classe A. 
Dopo dieci minuti, incredibile ma vero la troviamo. Una Classe A blu, nuova ed è targata con la provincia giusta. Lei saltella ed è contenta, riconosce anche le altre macchine dei suoi amici.
Però di loro neanche l'ombra, al telefono non rispondono ne richiamano. Il parcheggio è semi deserto e non è esattamente il luogo dove lascerei la mia ragazza da sola.
Come fai a lasciarla lì?

L'abbiamo lasciata lì. 
Saluti e baci. E' rimasta ad aspettare, seduta su un muretto in uno squallido parcheggio di periferia vicino al mare. Sola, senza sigarette e niente da bere, zero soldi e senza poter chiamare qualcuno. 
Ciao Marina, in fin dei conti è stata una serata divertente anche grazie a te.

lunedì 13 giugno 2011

Referendum - 13 giugno

Il quorum è vicino, ce la possiamo fare. Possiamo dimostrare che noi italiani sappiamo ancora reagire e scegliere per il nostro futuro.
Voi indecisi o pigri, fate uno sforzo. Manca poco.
A domani.

sabato 11 giugno 2011

Paul


















Avevo annunciato il film in questo post. Paul è un film di Greg Mottola (Suxbad e Adventureland) scritto e interpretato da Simon Pegg e Nick Frost (L'alba dei morti dementi e Hot Fuzz).
La forza di Paul è tutta nel suo alieno politicamente scorretto e il suo incontro con due nerd inglesi alla ricerca di souvenir nell'Area 51.Il film è nel complesso divertente, una storia ben oliata e funzionale all'idea di partenza. Se l'inizio è un poco soporifero, la parte centrale è scoppiettante. Ricca di spunti e trovate, vede nell'ulteriore incontro di una ragazza cattolica e contro la teoria dell'evoluzione, un innesto azzeccato che regala alcuni momenti di grande comicità.
E' il finale a non essere all'altezza e lascia a Paul quel retrogusto di occasione mancata. L'ultima mezz'ora viaggia su una serie di deja vù e scene ampiamente previste che personalmente mi hanno annoiato. Evito di entrare nei dettagli per rispetto a chi l'ha già visto, però non posso non notare alcuni sviluppi da ABC del cinema che oggi non funzionano più. Le varie citazioni funzionano a fasi alterne, in alcuni casi sono trovate geniali (come quella di Sigourney Weaver) in altri invece si rasenta la parodia del nerd.
Il mio voto è un 6.
Sarebbe un sei e mezzo senza il terribile doppiaggio italiano. In particolare ho trovato fastidiosa la voce di Elio per l'alieno. In originale di Seth Rogen.

venerdì 10 giugno 2011

Fuji Instax Mini / Polaroid 300 - Album

Nei precedenti post (qui e qui) vi ho parlato del nuovo revival della fotografia istantanea, e della mia Fuji Instax mini 7s. Adesso introduco un problema minore ma che vi troverete ad affrontare una volta comprata una di queste macchine. La fotografia di entrambe le macchine (mini7s e 300) è una piccola polaroid rettangolare, un formato che nel caso della Fuji ha un nome ben preciso: Instax Mini. 
Dopo aver scattato una cinquantina di foto, ho deciso che era arrivato il momento di conservarle da qualche parte. Ma dove? In una scatola? Meglio in un album ho pensato.
Sono andato in un negozio di fotografia e ho constatato che non c'era nessun tipo di album che poteva fare al caso mia. Ne ho preso uno anonimo con le pagine in cartone e gli "angolini" adesivi per metterci le foto. Risultato? Un disastro. In ogni foglio ci andavano una decina di Instax e quando si voltava alla pagina successiva si piegavano tutte oppure si staccavano. Non potevo conservare le mie foto lì a lungo. 
Visto che nei negozi non si trova un album per questo genere di foto mi sono rivolto alla rete. La brutta notizia è che non li ho trovati in nessun negozio online europeo. La buona notizia è che in Asia ci sono e costano poco. L'unico sito dove ne ho trovati a quantità industriali è il buon vecchio Ebay.com. Vi basterà digitare le parole "album polaroid" o "album instax". 
Il mio acquisto è stato questo:








Veramente carino. Può ospitare ben 64 foto e ognuna entra nel suo spazio perfettamente.
Costo? Io l'ho pagato 8,50€ compresa la spedizione dalla Sud-Korea. La mia paura erano le spese doganali, fortunatamente su oggetti di questo tipo e questo costo non vengono applicate (dico fortunatamente perché la dogana e le poste italiane sono sempre una lotteria).
Ho visto che ci sono altri modelli in vendita. I più carini mi sembrano questi:






Per chi ha la Polaroid











Per chi ha la Fuji







L'album mi è arrivato dopo circa un mese. Mi era stato spedito con posta normale e non corriere. L'unico consiglio che vi posso dare è: rischiate 7-8 euro, se vi arriva avrete dove mettere le vostre instax/polaroid. In alternativa se vi chiedono 30 eu di tasse lo rifiutate.
La prox volta affronto il tema più spinoso: dove compro le ricariche a buon prezzo?!

mercoledì 8 giugno 2011

Trailer&Videos

BRONSON
Il film esce questo venerdì (10 giugno) nelle sale italiane, dall'acclamato regista Nicolas Winding Refn, arriva in Italia con ben due anni di ritardo grazie a Onemovie.
E' forse il film più estremo di Refn e sicuramente uno dei più controversi. Da vedere, se avete la fortuna di abitare in quelle poche città dove verrà distribuito.
















BOX OFFICE 3D
Quale sarà il primo film 3d italiano? Sembra questo. Il grande ritorno di Ezio Greggio al cinema, un nuovo scult indimenticabile. Purtroppo.




IO VOTO
Un altro video di questa interessante iniziativa. Stavolta la bella (a me piace) e simpatica Caterina Guzzanti in compagnia di Virzì.




HOLLY E BENJI
La versione live action della sigla giapponese. Una cosa di un trash mai visto. Ma è pur sempre Holly e Benji.

lunedì 6 giugno 2011

Referendum del 12 e 13 giugno - votate
















In questo referendum troverete 4 quesiti su tre temi diversi fra loro.
Legittimo impedimento - Acqua (2) - Nucleare

Non avere un'idea da esprimere in nessuno di questi argomenti dimostra solo la vostra inutilità.
Andate a votare.

PS: un sempre grandissimo Elio Germano

sabato 4 giugno 2011

The Girl with the Dragon Tattoo



















E' uscito il primo teaser trailer del nuovo film di David FincherThe Girl with the Dragon Tattoo. Il film è tratto dal primo libro della trilogia Millennium di Stieg Larsson, e remake del film svedese del 2008, usciti entrambi in italia con il titolo Uomini che odiano le donne.
















Ora da questo primo trailer mi permetto di tirare le seguenti conclusioni:
1-Il nome di David Fincher non è menzionato, quello di Larsson si. La fama di questo autore sembra essere diventa planetaria.
2-Dalla locandina posso affermare con assoluta certezza che questa Lisbeth sarà più sexy. Rooney Mara ha dei lineamenti e un fisico decisamente più femminile di Noomi Rapace. Resta da vedere se quel dolce visino riuscirà a dare a Lisbeth la giusta interpretazione. Ho dei dubbi al riguardo.
3-Daniel Craig è sicuramente meglio di quella faccia di pietra che era Michael Nyqvist nella trilogia svedese.
4-Fincher ha visto l'originale e se n'è alimentato alla grande, sia nella scelta del cast sia nell'ambientazione. Unica differenza, sembra aver approfondito il giorno della sparizione di Harriet.
5-E' il bad movie di natale. Mah... non sanno veramente più cosa inventarsi per lanciare un film.

Ora è solo questione di aspettare.

giovedì 2 giugno 2011

The Tree of Life

LA LITURGIA DELL'IMMAGINE












Voglio spendere anche io due parole su The Tree of Life il nuovo film di Terrence Malick, fresco vincitore della Palma d'oro come miglior film al festival di Cannes.
Sarò breve, anche perchè sulla rete potete trovare mille e più recensioni, e ognuna di esse non basterà a schiarirvi le idee su questo film. Servirebbe un libro. Se invece avete il dubbio se andare oppure no al cinema, ve lo tolgo immediatamente. Andate e di corsa.

Da un punto di vista di pura estetica dell'immagine cinematografica, The Tree of Life è il miglior film della storia del cinema. Ho visto Kubrick, Chaplin, Welles, Fellini, Kitano, Coppola e tanti altri, ma la bellezza visiva delle inquadrature di questo film sono qualcosa di mai visto. Pura droga per gli occhi, e la sensazione di essere di fronte a qualcosa di divino nella semplice rappresentazione del mondo e le sue svariate forme, è forte e ben chiara nelle intenzioni del regista. Però un film purtroppo non può essere sola immagine, deve avere altro dentro di se, e Malick  non è riuscito a concentrare al meglio in quelle due ore e venti il suo grande patrimonio di immagini, filosofia e storia. Più che un film sembra una grande messa visiva, una vera e propria liturgia dell'immagine, che celebra l'esistenza umana attraverso il big bang e il nucleo affettivo di una famiglia americana negli anni '50.

Un film imperfetto, figlio di una visione estrema e straripante, un progetto accarezzato da tempo su uno dei temi cardine della storia umana quale il mistero della vita. The Tree of Life rimane un film incommensurabile, una di quelle opere "oltre", dove non riesce a pensare come un film del genere possa essere stato scritto, girato e soprattutto prodotto. Una visione estrema, ridondante e fredda in alcuni punti, non il capolavoro del regista ma sicuramente il suo film più ambizioso e mal riuscito, consapevoli che se fosse perfetto sarebbe  sicuramente il migliore di sempre.

mercoledì 1 giugno 2011

Documentari sul Cinema - quarta parte



















Gambler è un documentario realizzato da Phie Ambo incentrato sui guai finanziari e professionali di Nicolas Winding Refn. Non mi dilungo su chi sia il suddetto regista, se non per dire che è forse il migliore della sua generazione, viene dalla Danimarca ed è fresco vincitore della Palma d'oro alla regia al festival di Cannes.
Recuperare questo documentario non sarà facile, io lo vidi al festival di Torino due anni fa in occasione della retrospettiva dedicatagli, con tanto di chiacchierata finale con lui.
Il documentario è il ritratto molto personale di un regista strozzato dai debiti e sull'orlo del tracollo. Refn dopo il disastro finanziario di Fear X, aveva accumulato oltre un milione di euro di debito nei confronti delle banche,  e realizzare due seguiti di Pusher era l'unica via di uscita.
Phie Ambo è riuscita nella difficile impresa di filmare momenti molto intimi del regista e la sua famiglia, senza mai dare l'impressione di falsare quello che avviene nei suoi protagonisti. Quasi una sorta di telecamera nascosta nella vita di Refn, seguendone passo passo il suo calvario fino all'uscita dal tunnel. 
Molto interessanti anche le fasi preparative di Pusher II e le successive riprese.
Un ulteriore approfondimento lo trovate qui.


















Il documentario di Marina Zenovich affronta i guai giudiziari del famoso regista polacco. Roman Polanski, per chi non lo sapesse, è stato accusato di violenza sessuale con l'ausilio di sostanze stupefacenti nei confronti di una minorenne nel 1977. Prima della fine del processo è fuggito in Europa, non mai ritornato in America per evitare la condanna.
In questo film si ripercorrono i fatti storici, portando chiarezza in una vicenda intricata dove la figura di Polanski viene parzialmente riabilitata. Il documentario porta avanti la tesi che il regista non subì un processo equo, ci fu una cattiva condotta e svariati atti disonesti da parte dell'accusa per dare un verdetto esemplare al libertino e immigrato Polanski.
Ho visto anche questo documentario a Torino, circa 3 anni fa per la retrospettiva completa al maestro. Al di là dei fatti storici è un film mediocre, vale più come tesi di difesa che opera cinematografica. Francamente non mi sento di consigliarlo se non ai fan di Roman Polanski.