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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

giovedì 1 agosto 2013

Mai dire Mai












Mi sembrava un messaggio importante da condividere con voi in questa probabile ultima volta. 
Ma andiamo per ordine.

Ho iniziato a scrivere questo post due giorni fa di ritorno da Milano. 
Ero su un treno regionale in abissale ritardo, stanco, e un po' nervoso. Trenitalia aveva gentilmente deciso di regalarmi una gita in tutte le stazioni più sperdute della regione, perché per un qualche assurdo motivo era stato deciso che dovevamo fermarci ECCEZIONALMENTE in ognuna di esse.
Di fatto era venuto fuori un post incazzato, per certi versi pure delirante. Neanche si capiva con chi ce l'avevo. L'ho riscritto.

Il punto è semplice cari e rari visitatori, questo bellissimo ed intrigante blog si ferma. 
Come avrete visto il numero di post negli ultimi mesi è andato diminuendo progressivamente, e con l'arrivo dell'estate lo stop nel mese di agosto vien da se. Purtroppo potrebbe non essere una pausa estiva, ma un fermo più lungo e forse definitivo.
Non vado in vacanza. Ho avuto la grande idea di accettare la folle proposta di lavorare su un film low-low budget, molto punk, molto caldo, molto fregatura. L'ho fatto perché credo molto nel regista e nel gruppo di lavoro che si è formato, e anche perché avevo voglia di qualcosa di diverso.
Cambiare momentaneamente lavoro, città e persone. Era una cosa che mi portavo dietro dall'inverno e di cui avevo sinceramente bisogno, se pur superficialmente e solo per un mese. Sarà divertente? Mi farà bene? Boooh. Sicuramente sarà stancante.
Ma rallegriamoci. Il lavoro sul set finisce il 31 agosto. Io rientro in ufficio il 2 settembre.
E poi? Poi inizieranno i due mesi più vivi, pieni, stancanti, strani e complessi dell'anno. Per tutta una serie di ragioni che non vi sto a spiegare.

Tutta questa menata di cazzi miei per dirvi che al di là della mia non voglia, effettivamente non avrò molto tempo per aggiornare il blog. Magari una sera mi prende e vi butto là una recensione, o un post Periferia come ai bei tempi. Magari invece questo post sarà ancora qui inchiodato per una decina d'anni come l'ultimo di una lunga serie di cazzate che vi ho raccontato. 

Quindi Mai dire Mai.

Baci alle ragazze e abbracci ai maschietti.
















Per dirvi che se tornerò in scena tanto vale farlo con stile. Come insegna Iron Tony.

giovedì 18 luglio 2013

Pacific Rim

Di Pacific Rim parlo da tempo.
Se non avete memoria o siete capitati su questo blog per caso andate QUI con annesse pagine linkate.
Lo aspettavo in gloria. Complice anche un hype 2.0 stratosferico gonfiato a dismisura dal trailer.
















Sono uscite recensioni in anteprima entusiaste. Sono volate frasi come Capolavoro e Cult Movie. Abbiamo letto i commenti gasati di grandi registi. Poi è uscito.
L'ho visto in preda alla fotta e un po' ci sono rimasto male.
Sinceramente mi aspettavo di più. Troppo forse. 
Dopotutto era normale. 
Robot giganti contro Mostri alla Godzilla. Guillermo Del Toro in regia e Legendary Pictures a produrre. Insomma i soldi c'erano, le maestranze pure, e il soggetto un orgasmo japponerd.

Approfondimento: orgasmo japponerd.
Ogni ragazzo nato prima del 1985 circa che si rispetti è cresciuto sano e in forma grazie ai cartoni giapponesi e i loro insegnamenti. Primo fra tutti che sulla Terra regnerà per sempre la pace se a difendere Tokyo c'è un Robottone. 
Io andavo matto per Robot, li compravo tutti. Ma proprio tutti. Ho ridotto mia madre sul lastrico con quella mania. E probabilmente comprerò anche Gipsy Danger se mi capita a portata di mano.
Insomma in Pacific Rim ci sono i Robot, i mostri alla Godzilla, i piloti fighi, gli scenziati pazzi e i militari super tosti. Tutto quello che abbiamo sempre sognato.

Probabilmente a 15 anni sarei uscito dal cinema felice come un pazzo. Purtroppo ne ho il doppio e anche se sono un eterno adolescente in preda alle peggiori manie, a film concluso non avevo le braccia alzate dalla gioia. 

Pacific Rim è un film grosso, grossissimo, enorme. Ma con una serie di problemi direttamente proporzionali che o te ne freghi o te ne freghi. Sennò tanto vale uscire prima della fine.

A grandi linee gli rimprovero:
  • WTF Prometheus style. Come la sparata dei dinosauri.
  • Una trama a tratti ridicola e piena di buchi di sceneggiatura.
  • Ad eccezione di Ron Perlman e Idris Elba. Il parco attori è un canile. Cagnacci senz'appello.
  • Il protagonista ha meno carisma di Cyclope degli X-men. Tanto che non gli vuoi bene neanche quando fa l'eroe e salva il pianeta.
  • Una battaglia finale che mah mi aspettavo di più.
  • E una storia d'amore che boh anche no.
  • Un finale telefonato e che più telefonato non si poteva.
  • Totale mancanza di epica. Cazzo è la battaglia per salvare la terra o no?
Allora Pacific Rim è brutto?

No perché tutte queste pecche e brutture spariranno dalla vostra mente appena succede quello per cui avete pagato. E cioè:
Robottoni che menano fortissimo Mostri giganti.
Sono momenti che ti riconciliano con la tua infanzia e quell'immaginario dominato da Haran Banjo e soci. Quasi vorresti piangere dalla felicità da tanto che hai aspettato. Gli effetti sono al top e le scelte di Del Toro sono sempre azzeccate, puntuali, ricche di riferimenti e girate da Dio.
La lotta a fra Gipsy Danger e il Kaiju ad Hong Kong è qualcosa di straordinario che ti fa sobbalzare dalla poltrona. 10 minuti di lotta greco romana di proporzioni gigantesche fra i grattacieli della città. Musica a palla, pizze in faccia e ricorse con tanto di placcaggi da football. Chi più ne ha più ne metta. 
Sono in queste scene che Pacific Rim riesce nell'impossibile e conquista lo spettatore più ostico. Un film che doveva centrare un obiettivo e lo ha centrato in pieno. Certo un maggiore coinvolgimento nei momenti topici e di raccordo avrebbe giovato elevandolo a film indimenticabile. Ma rimane in ogni caso una visione obbligata che vi riempirà gli occhi e la testa.
Andate.
















## SPOILER ##
- Basta con questi muri di contenimento. Gli americani quando c'è un problema costruiscono un muro che si rivela puntualmente inutile.
-  Basta pure con la strategia finale super ragionata che stringi stringi consiste sempre nel:
Bomba in buca al primo colpo.

domenica 7 luglio 2013

Pyongyang di Guy Delisle






















Guy Delisle è considerato il miglior autore nel campo del Graphic Journalism. 
Reportage a fumetti per intendersi.
In questo momento ho appena iniziato Cronache di Gerusalemme, e Pyongyang è stata la mia prima incursione nella sua opera e in questo genere. Quindi non sono proprio il più accreditato per dare un giudizio ma  lo sparo ugualmente.
PYONGYANG di GUY DELISLE è un capolavoro.

Sembra un film di fantascienza invece è la Corea del Nord. (recita a grandi linee la quarta di copertina)
Delisle firma un reportage unico in una delle nazioni più enigmatiche dei nostri tempi, paradossalmente il paese più esotico e inesplorato rimasto al mondo.
Volete sapere come vive una tribù del Congo?
V'interessa la fauna delle isole Figi?
Avete il pallino della cultura Tibetana?
Sono tutte domande a cui libri, documentario e wikipedia possono rispondere. Ma chi può veramente dire cosa successo negli ultimi 50 anni in Corea del Nord? Chi può raccontare in maniera esaustiva questa nazione completamente avulsa da ogni logica globale?
Un incredibile esempio di dittatura dinastica totalitaria. Dove un leader è riuscito a creare una sorta di Monarchia divina senza essere un monarca, e glorificare a tal punto la sua figura fino a istituire un'adorazione religiosa verso se stesso e i figli. Una nazione chiusa nei suoi confini ai tempi di internet-google maps-cellulari e satelliti. La Corea del Nord stimola la curiosità di chi se ne interessa e Guy Delisle riesce con il suo libro-reportage a descriverci la capitale durante la sua permanenza.

Privilegiato dal poter entrare in Corea del Nord per lavoro e non come giornalista, gode di una maggiore libertà (se di libertà si può parlare) e una visione meno condizionata dai rigidi controlli. In una delle vignette è lui stesso a spiegare che i giornalisti che entrano sono i più controllati e soggetti a misure restrittive che rendono impossibile un degno lavoro.
Delisle invece riesce a tratteggiare l'incredibile vita di un "turista" in una capitale a tratti deserta, a tratti paradossale, mai normale. Sono tanti i passaggi che appassionano e ti spingono a voler sapere di più, come la visita ai ruderi dell'improbabile Ryugyong Hotel che ho scoperto invece essere stato completato recentemente. 






















Delisle riesce a incuriosire il lettore, e dare una perfetta visione di quel mondo che vuole raccontare. Sempre con grande ironia e sagacia Pyongyang appassiona come un fumetto d'intrattenimento e si colloca fra i migliori e più sinceri reportage sulla Nord Corea.
Io vi raccomando fortissimamente l'acquisto. Ripeto un grande capolavoro.

QUI potete leggerne gratuitamente una parte.
QUI una recensione su lospaziobianco.it
QUI alcune foto di Pyongyang

Questo il rapporto di Human Rights Watch nel 2013:

«La Repubblica Democratica di Corea (Corea del Nord) viola sistematicamente i diritti della sua popolazione. Il governo ha ratificato quattro importanti trattati internazionali sui diritti umani e prevede la loro protezione nella Costituzione, ma non permette l’organizzazione di opposizioni politiche, la libertà di stampa, una società civile funzionante, e la libertà religiosa. Arresti arbitrari, detenzioni, mancanza di processi giusti, torture e maltrattamenti dei detenuti rimangono problemi seri e pervasivi»

sabato 29 giugno 2013

L'Uomo D'Acciaio
















In un'epoca cinematografica completamente dominata dai cinecomics, dove perfino gente come Capitan America e I Fantastici 4 macinano buoni incassi e sequel, e Spider Man vola verso il quinto film in neanche 12 anni, Superman restava al palo con alle spalle quel mezzo flop di Superman Returns di Bryan Singer.
Il supereroe per antonomasia, fra i primi su carta e al cinema, a ben vedere mal si adatta ai tempi che corrono. Superman è pop nell'iconografia, nazionalista negli intenti, palloso nel carattere e praticamente indistruttibile nel fisico. Impresa ardua rivitalizzare un personaggio del genere.
In Warner e DC hanno deciso di puntare sul sicuro. Alla regia l'inossidabile Zack Snyder reduce da cinecomics come 300 e Watchmen. E in fase di scrittura e produzione la premiata ditta David S.Goyer/Christopher Nolan usciti vincenti dalla saga Dark Knight, l'unica capace di rivaleggiare con Marvel in quanto a incassi. 
Tre autori di tale portata su unico progetto porta ad inevitabili vette e cadute di stile. La mano di ognuno si fa sentire e talvolta entra in contrasto con le altre.

Mi spiego meglio. Riassumiamo velocemente lo script de L'uomo D'Acciaio.
  • Questo è il film dove si spiega la genesi del Supereroe. Da dove viene, cosa ha fatto per diventare così, e come mai sceglie questo ruolo.
  • Il cattivo principale del Supereroe in questo film non ci sarà. Forse nel prossimo.
  • La banda dei cattivi è direttamente correlata al suo passato.
  • La prima parte del film racconterà l'infanzia del Supereroe e la sua storia passata alternando il tutto con numerosi flashback. Azione praticamente zero.
  • La seconda parte sarà un'esplosione continua, con grandi scene d'azione e baracconate all'americana.
  • Alla fine del film il Supereroe avrà ben chiara la sua posizione di protettore dei deboli e della giustizia.
Che film è?
E' Batman Begins. Chris Nolan per rilanciare Superman non si è sforzato più di tanto, ha semplicemente deciso di improntare il tutto sul reboot di Batman e bissarne il successo con una formula sicura. Fatto questo ha lasciato un post-it con scritto: "Io ho finito, fatemi avere il bonifico. PS: Goyer non fa cazzate."

Premesso che la genesi di Batman si appoggiava ad una storia di Frank Miller poco conosciuta, e mai portata al cinema. Mentre la nascita e l'infanzia di Clark Kent è forse la parte più famosa della saga.
Di conseguenza l'effetto novità è notevolmente ridotto.
Ad aggravare il quadro c'è la mano di Goyer che decide per una prima parte su Krypton piena di spiegoni improbabili e alquanto noiosi, per poi innestare tutta la fase di formazione di Clark Kent con lui in giro per il mondo senza una meta e continui flashback sulla sua infanzia. Goyer si concentra sulle due figure paterne e i loro insegnamenti come linee guida del Superman che verrà; ne esce una sorta di visione "cristologica" dove Russel Crowe (Jor-El) è il Dio che manda Cristo sulla Terra, Kevin Costner (Jonathan Kent) è il padre terreno che lo cresce seguendo l'insegnamento divino (che a grandi linee è fatti i cazzi tuoi nonostante tutto.) e 33 anni dopo la sua nascita (!!!) l'eletto viene chiamato a fare una scelta di Fede.
Qui lo sceneggiatore tocca il fondo di una carriera ricca di incassi e ma anche di VAFFANCULO.
La lunga lista dei crimini contro l'umanità perpetrata da Goyer con questo film è lunga e ve la risparmio, alcune recensioni si prendono la briga di elencarle e non a caso sono lunghissime.
Mi preme invece parlare di Zack Snyder.
Non sono mai stato un suo grande estimatore, per certi versi credo sia molto sopravvalutato e per altri sottovalutato. L'alba dei Morti Viventi era carino, 300 una merda, Watchmen buono. Gli altri non li ho visti.
In L'uomo d'acciaio Zack mi ha piacevolmente sorpreso, gira alcune scene degne del miglior Malick (vedi quella del bambino con il cane), e quando deve spaccare tutto in uno dei finali più incasinati ed esplosivi degli ultimi anni da il meglio di se. In quanto a distruzione non c'è The Avengers o Transformers 3 che tengano, la lotta fra Zodd e Superman è devastante, e le conseguenze di una lotta fra superuomini sono ben realizzate.
Anche le scene di combattimento in volo, roba degna di Dragon Ball, sono credibili ed entusiasmanti.
Insomma Zack Snyder sembra l'unico ad essersi impegnato a risollevare veramente le sorti di uno script traballante con un supereroe tutt'altro che cool, e gli rendo merito di una regia sicura e frizzante nei punti giusti. Nonostante questo il film non decolla mai, dissolvendosi ben presto dopo l'uscita sala.
Io stesso ho avuto difficoltà a scrivere questa recensione.

In definitiva.
L'Uomo D'Acciaio è un film mediocre con spunti divertenti. Il nuovo Superman non vola oltre il 5.












giovedì 13 giugno 2013

Game of Thrones - La terza stagione


Se non l'avete ancora vista evitate di leggere questo post.
Se avete letto i libri evitate di spoilerare. Che poi m'incazzo.















Come forse avrete letto altrove, questa terza stagione è stata una mezza delusione un po' per tutti.
Si è trascinata attraverso mille storie parallele, talvolta inutili o di riempimento, con pochissimi colpi di scena. Emblema del tutto è stata l'ultima puntata, forse la peggiore mai vista se si tiene conto che dal finale di stagione uno si aspetta quanto meno qualcosa che ti lasci la voglia di proseguire l'anno dopo. Nello specifico sono d'accordo con chi trova assurde alcune scelte di sceneggiatura e una regia non sempre all'altezza.
Prendiamo per l'appunto la puntata 10.
Sono venti fottute puntate che Jaime Lannister cerca di tornare ad Approdo del Re da Cersei. Finalmente arriva, viene prima scambiato per un contadino e dieci secondi dopo è lì sulla porta della regina madre come un ebete. E? Nulla. I due si guardano e ciao. 
E perché rincarare la dose sulle nozze rosse? il corpo di Robb Stark schernito con la testa di Lupo cucita al posto della sua non era un perfetto finale per la 9? Che senso ha ributtarla nella 10 quando ormai lo shock è andato?
Per non parlare della fuga del bastardo di Robert Baratheon; mai vista scena più triste.

Certo la puntata 9 da sola vale l'intera serie. Io che ero incappato nello spoiler della morte di Catelyn Tully ci son rimasto troppo di merda. Perché ok lei, ok Robb che non capiva mai una mazza, ma moglie incinta no dai. E il Meta-Lupo? Io non mi son ripreso.

















Parentesi Meta-Lupi
Parliamone. Sono gli animali più fighi di sempre. Ma sono il simbolo degli Stark. 
Bestia possente battezzata sotto il segno della sfiga.
Vi voglio ricordare che la cucciolata dei Meta-Lupi è rimasta orfana tempo zero. E dopo la loro adozione ai novelli Stark il risultato attuale vede:

2 uccisi (Vento Grigio e Lady)
2 dispersi (Nymeria e Spettro)
2 salvi (Estate e Cagnaccio)

Insomma a conti fatti i Meta-Lupi se la passano peggio degli Stark stessi. E quest'ultimi dovevano scegliersi il Dodo come simbolo.

Tornando alla trama. Se l'uccisione di Ned Stark rappresentava uno shock ma contemporaneamente un Twist narrativo, quella di suo figlio a mio avviso azzoppa la serie. Vero che Martin ha tirato dentro mille personaggi, ma un libro è pur diverso, infatti lo spettatore a differenza del lettore non ha il tempo di affezionarsi a tutti i nuovi arrivati, e lo sceneggiatore non può approfondire così tante storie parallele senza scadere totalmente nel soap-opera. Di conseguenza a tener banco e a scuotere gli umori del pubblico sono ancora quelli della prima stagione.
La morte di Robb Stark vista così è un po' come segare John Locke da Lost.
Sicuramente mi sbaglierò e verrò contraddetto, ma per ora resto di questa opinione.

Ora vi potrei parlare di Daenerys Gandhi Targaryen ma se avete visto questa terza stagione non c'è molto da dire. Se non che si aggira di città in città rastrellando quando un esercito super soldati, quando un esercito di straccioni. Di base lei c'ha la friend-zone e chiunque si avvicina gli regala pure sua madre.

Arriviamo invece al fulcro di questi dieci episodi. Ve lo avevo già anticipato al giro di boa (qui). 
L'unica vera novità che mi ha preso di questa stagione è lei. Rosie Leslie in arte Ygritte.






















Come le migliori passioni.
Alle sue prime apparizioni alla fine della seconda stagiona la odiavo, in questa l'ho adorata.
Cattiva, spavalda, scatenata e innamorata.
Eh si dopo tutto il pippone sui nuovi personaggi, i cali di sceneggiatura e la mediocre puntata 10, sono qui a dirvi che Ygritte è il Top. Che la sua storia d'amore con Jon KnowNothing Snow è bella proprio perché sofferta ed impossibile.
E la scena, nell'ultima puntata, dove piange disperata mentre scaglia frecce su frecce addosso a Jon è tipo la cosa più romantica che ci sia. Mi sono quasi commosso.
Sono serio giuro.

Insomma alti e bassi. In bocca al meta-lupo a tutti.

domenica 9 giugno 2013

Solo Dio Perdona

Solo Dio Perdona è un film di Nicolas Winding Refn.






















Personalmente considero N.W. Refn  uno dei migliori registi contemporanei. Rimasi ammaliato dalle sue storie e dalla sua regia già ai tempi di Pusher 2 e 3, con l'immenso Valhalla Rising visto al Torino Film Fest del 2009 ebbi la conferma di un autore in crescita capace di plasmare ogni materia narrativa alla sua personale visione. 
A Torino ebbi la fortuna di parlarci 10 minuti. Persona squisita, umile e simpatica, tanto da lasciarmi una delle sue mail personali per un progetto. (si ok, è vero, me la sto tirando)

Drive (qui la mia rece) è il film con cui è uscito da quella nicchia cinefila per conquistare il grande pubblico, e porsi all'attenzione di tutti con un cult indimenticabile. Drive è tanto bello quanto avulso dalla filmografia di Refn. Filmografia che in molti hanno continuato a snobbare, e una volta di fronte a Solo Dio Perdona sono incappati in una sonora delusione.

Musica:
















A Bangkok Julian (Ryan Gosling) gestisce insieme al fratello una palestra di Thai Boxe, usata come copertura per lo spaccio di droga. Quando suo fratello stupra e uccide una minorenne richiama le attenzioni di Chang, poliziotto in pensione che risponde all'omicidio con altrettanta violenza. La madre di Julian arriverà sul posto decisa a non lasciare impunita la morte del figlio, alimentando una spirale di vendetta inarrestabile.

Una trama semplice, potente e perfetta per un film di serie B. Ambientato e girato in una sudatissima Thailandia fra i sobborghi di Bangkok, Refn non cede alla tentazione di un nuovo Drive e punta deciso ad una personalissima opera che non scende a patti con nessuno. Impone la sua visione, i suoi ritmi e le sue ossessioni in un concentrato di cinema purissimo.
Solo Dio Perdona è privato di qualsiasi elemento narrativo superfluo. A Refn non interessa approfondire dettagli della trama e i personaggi che si muovono al suo interno. Chi è veramente Chang? Qual'è il passato di Julian?
Vuoti che lo spettatore può riempire con le sue ipotesi e la sua immaginazione, ma che esulano dalle intenzioni di un regista che preferisce colmare con immagini, suoni e musica fino a conquistarne i due sensi in maniera totale. Quasi un ritorno alla radice cinematografica degli albori, in un'epoca dominata dai virtuosi del dialogo e barocchismi di sceneggiatura.
L'ennesima perla imbrattata di sangue nella lunga filmografia del regista danese.

Imbrattata di sangue.
Si. Perché Solo Dio Perdona ha una fotografia stupenda capace di rendere ogni inquadratura un'immagine d'autore, merito anche di location inusuali ed esotiche e al contempo brutalmente kitch. Il tutto dominato, come sempre, dal coloro rosso. Un rosso vivido che rimane in testa e contamina l'intera visione.
Rosso come il sangue, per l'appunto, che scorre nel film, senza particolari censure, con momenti al limite del slasher. Violenza che deflagra sui corpi delle vittime con realismo ed efficacia e che rimanda all'anima della poetica di Refn, dove l'atto violento di un uomo sull'altro risiede dormiente dentro di noi e nella nostra società ma che una volta esploso porta a conseguenze inevitabili senza ritorno.
Da qui il titolo. In una spirale di vendetta e violenza dove non c'è perdono, e l'unica via di fuga è il sacrificio.


Solo Dio Perdona è un western metropolitano dove si scontrano antieroi moderni in un vortice di interpretazioni magistrali. A partire da Ryan Gosling che sorprende tutti in un ruolo inaspettato dove dismette i panni dell'outlaw hero, in favore di un personaggio complesso e ricco di sfumature negative rendendolo a tutti gli effetti un protagonista atipico. Quello con cui il pubblico voleva identificarsi ma che ripudia nel corso della visione.
Grandiosi anche Kristin Scott Thomas e Vithaya Pansringarm. La prima capace di interpretare una madre dominata dall'odio e che vomita solo parole orribili, il secondo spaventosamente silenzioso e dai movimenti controllatissimi, ma che impone rispetto e paura creando un personaggio che è già storia.


Un film d'autore d'introspezione dominato dalla sicura mano di uno dei pochi registi di oggi capaci di stupire e ammaliare con una visione mai scontata, mai superflua, sempre indimenticabile.
In definitiva bellissimo.
















PS: se vi è piaciuto Valhalla Rising correte. Se avete visto solo Drive il rischio di una delusione è dietro l'angolo.
PSS: il film è dedicato ai Jodorowsky. E fra i ringraziamenti c'è Gaspar Noè.

domenica 2 giugno 2013

Amichevoli film francesi - di 'sto cazzo

In principio fu questo.























Poi qualche psicopatico che lavora nel giro della distribuzione italiana ha deciso due semplici cose:
- Le commedie francesi spaccano di brutto.
- Ci vuole la parola "amici" nel titolo che è sinonimo di successo.

Di conseguenza:

































































In poche parole: avete rotto il cazzo!
Grazie.

mercoledì 29 maggio 2013

Akira Day

Ne avevo già parlato QUI ma rincaro la dose.

L'evento Akira in rete sta avendo una discreta risonanza. Pari solo a quella per il 25° anniversario di Ritorno al Futuro che diede il via alla moda del riportare al cinema vecchi film.
Sono contento.
Akira è tanto amato dagli appassionati quanto ignorato al resto del mondo. Invidio chi lo vedrà per la prima volta e non ci capirà niente. Così come il sottoscritto a fine anni 90 lo guardava incuriosito e stupefatto.
Voi che siete novizi, vergini, inconsapevoli spettatori, per una volta vorrei essere al vostro posto.

Invece voi nerd dell'ultimo minuto, esaltati da Akira al cinema, e spammatori folli di immagini e video, un po' vi odio.
Dove eravate 10 anni fa? Quando tutti mi guardavano strano e le ragazze stavano alla larga da chi vedeva/leggeva certe cose. Adesso invece tutti fan di Akira ed è pure fico.

Comunque visto che oggi è l'Akira Day, mi abbandono all'amarcord della mia post-adolescenza.

Questo il retro del mio diario di quarta superiore nel lontano 2000.























Questa la mia prima Moleskine del 2003.























Ah se state a Milano vi consiglio questo post-party dedicato all'evento. Le info QUI.
E invidio anche voi che ci potete andare.

Locandine terribili - Alyce























La nuova LADY VENDETTA in un'incredibile STORIA DARK alla TIM BURTON
ALYCE
NON ERA DEL TUTTO NORMALE ORA E' COMPLETAMENTE PAZZA.
LA CRISI DI UNA PSICOPATICA.

Voglio conoscere il copywriter che ha scritto questo abominio. Devo capire.

mercoledì 22 maggio 2013

Fast & Furious 6

Avevamo deciso di vedere Gatsby, poi siamo passati davanti la locandina di Fast & Furious 6 e abbiamo optato per la cafonata. Complice anche le pessime recensioni al film di Luhrmann ed un mai gradito 3D.
In sala inaspettatamente poca gente. Eravamo noi, qualche ragazzetto tamarro, ed una foltissima delegazione rumena che con mio stupore ha guardato l'intero film in religioso silenzio.
Erano talmente tanti che uscito dalla sala sembrava di stare all'anteprima a Bucarest.
Detto questo andiamo con il ripasso video.
















A distanza di 12 anni nessuno avrebbe scommesso un euro su questo franchise. Un primo episodio di successo grazie  sopratutto ad un protagonista azzeccato ed uno script poco originale ma che copiava a mani basse da Point Break. Due pessimi seguiti, senza Vin Diesel e senza budget, giusto per i fanatici del tuning.
Alcuni anni dopo la serie si riavvia, torna il protagonista e la storia riparte cronologicamente a metà fra il secondo e il terzo. Fast & Furious - Solo parti originali era diverso, tentava qualcosa di nuovo, ma ancora dannatamente scarso. Per me era finita lì. E forse per molti altri.
Poi è arrivato Fast Five. Il migliore della serie. Tutti i personaggi dei passati episodi con l'aggiunta di The Rock supergonfio e Rio De Janeiro sullo sfondo; niente più corse con macchine truccate e neon tamarri, ma un onestissimo e spassoso film d'azione. La serie ormai data per morta, rinasceva e metteva in cantiere altri due film.

Fast & Furious 6 vede tornare il cast del quinto episodio, con ancora Justin Lin dietro la macchina da presa, e spostare l'ambientazione a Londra e in Spagna. Inutile cercare di spiegarvi la trama, l'intreccio non è mai stato importante. Vi basti sapere che ci sono una serie di pretesti per cui la banda Toretto si allea con TheRock per dare la caccia a spietati criminali che rubano pericolosi chip. I furti sono in pieno stile F&F.
Perché c'è una sola e semplice regola nel mondo di Fast & Furious da accettare senza se e senza ma. E cioè:
Se devi fare una qualsiasi cosa fallo guidando una macchina. 
Purtroppo nonostante le buone intenzioni e una serie di scene decisamente azzeccate (vedi tutte le scene action a Londra) il film non decolla come il precedente. Fast Five non si prendeva mai pienamente sul serio, spingeva forte sull'acceleratore senza mai fermarsi e dare troppo peso a discorsi seriosi. Qui invece si alternano scene di epico casino a pipponi romantici o morali (come quello fra il cattivo e Toretto) di cui si farebbe volentieri a meno e che stanno lì a dare un senso ad una trama che comunque la metti senso non ce l'ha. (Se vi sembra che abbia citato Vasco perdonatemi. Non volevo. Giuro.)
Insomma il film è a tratti noioso e non esalta come il precedente. Questo dovrebbe bastare a tenervi lontano, però mi preme sottolineare tre cose.

Primo















The Rock nel film è talmente grosso che sembra sempre sul punto di esplodere. Poi guardi questa foto e il solo pensare a Shaquille O'Neall non ti fa dormire la notte.
In ogni caso lui e Vin Diesel sembrano aver raggiunto un certo feeling (tanta bromance per intendersi) da poter tranquillamente pensionare il sagomato di Paul Walker.


Secondo.

















Lei c'è anche a questo giro. Gal Gadot aka La più bona della serie. Di per se vale il prezzo del biglietto.
Purtroppo nonostante qualche posa sexy con tanto di pistole in mano, stavolta rimane più in secondo piano e la fredda ambientazione londinese certo non aiuta a lasciare "impronte" indimenticabili come a Rio.


Terzo


















Che c'entra Battlestar? Nulla.
Però vi volevo fare presente che Starbuck Aka Kate Sackhoff sarà nel nuovo Riddick insieme a mister Vin Diesel. Dal trailer non me ne ero accorto.
Mi sembrava una cosa importante


Qui sotto invece il trailer di F&F 6, tanto per capire il significato di Uomini Volanti.







sabato 18 maggio 2013

AKIRA - al cinema il 29 maggio























Questo 29 maggio per il suo 25° anniversario Nexo e Dynit riportano al cinema Akira di Katsuhiro Otomo.
Un'occasione imperdibile per chiunque. Appassionati generici, fissati e anche spettatori della domenica. Akira è uno dei migliori film di sempre, con una delle più belle animazioni viste, e tratto da uno dei fumetti più intriganti mai letti.

Certo io sono di parte. Non bastasse la foto sopra con la mia collezione e il cofanetto dvd, avevo inserito al numero due della mia personale lista delle 100 sequenze proprio il suddetto film.

QUI trovate tutte le info per la proiezione.
Sotto il video spot dell'evento.




giovedì 16 maggio 2013

cento sequenze (28) - Pitch Black

Pitch Black è un piccolo film pieno di cose bellissime. 

Un gioiello fuori tempo, con un Vincenzo Gasolio (...Vin Diesel) grande come non mai, una fantascienza di serie B che strizza l'occhio ad Alien senza sfigurare e crea un divertente mix di generi che intrattiene da Dio. Grazie anche alla geniale scrittura del protagonista Riddick, antieroe sarcastico e indistruttibile, capace di ispirare più di un modello supereroistico contemporaneo; Pitch Black di David Twohy rimane uno dei miei film sci-fi preferiti di sempre.

Come non amarlo in questo in questo breve monologo.
















PS: Ah è uscito in questi giorni il trailer di RIDDICK terzo capitolo della saga che sembra tornare dalle parti del primo.

lunedì 13 maggio 2013

Ancora un trailer per Only God Forgive di NWR

Aperte virgolette.
E' uscito il nuovo trailer di Only God Forgives di Nicolas Winding Refn. Film che io aspetto in gloria, e non perché mi sono gasato con Drive come l'ultimo arrivato, ma perché mi ero già gasato tantissimo ai tempi di Valhalla Rising e ancora prima con Pusher.
Watanabe raccomanda fortissimo NWR a prescindere.
Chiuse virgolette.

lunedì 6 maggio 2013

cento sequenze (27) - Il Terzo Uomo

Scontato.
Ma appropriato per festeggiare un genio nato esattamente 98 anni fa. Una battuta scritta direttamente da lui, diventata ben presto più famosa di un film, che per quanto bello non è rimasto negli annali della storia del Cinema.
O forse si... sono indeciso.


giovedì 2 maggio 2013

Game of Thrones stagione 3 - Checkpoint al giro di boa

La terza stagione di Game of Thrones è a detta di molti leggermente soporifera e con un ritmo da soap.
Mi trova d'accordo.
Non ho letto i libri e quindi giudico per quello che vedo. Dopo cinque episodi mi ritrovo una marea di situazioni avviate, e ogni episodio che fa avanti e indietro fra esse con pochissimi colpi di scena e una trama che non progredisce di un millimetro. Se alla fine della seconda stagione qualcuno mi avesse spoilerato questa prima metà, lo avrei preso per matto. Non è beautiful e io non vorrei diventar vecchio prima di sapere come va a finire.
Detto questo. Tranquilli. E' sempre recitata da Dio, regia curata, soldi spesi bene e solito standard HBO. Insomma nonostante tutto è sempre la serie del momento.
Ora un checkpoint personale sui alcuni personaggi.
(se non avete visto i primi cinque episodi di qui in poi siete rischio SPOILER )

ROBB STARK














Bravo Robb, mi piaci sempre di più. Segui alla perfezione le orme di tuo padre. In nome di onore e giustizia riesci sempre a toppare ogni decisione importante. Vedi tagliare la testa al tuo alleato più forte.
L'unica che ti perdono è aver preso in moglie quella bellezza di Jeyne Westerling. 
Continua così, so già che farai altri casini.


BRANDON STARK e l'allegra brigata














Il piccolo Brandon zitto zitto, storpio storpio, è una sorta di sensitivo con le visioni su futuro e presente. 
Una delle poche sorprese fino ad ora.
Per il resto continua la sua scampagnata verso il posto più sconsigliato di tutta Westeros, la Barriera.
Ma del resto è anche lui figlio di Ned Stark.


TYRION LANNISTER























Diciamocelo, uno dei punti deboli di questa terza stagione. Sempre presente ma veramente ai margini della storia. Per essere il personaggio preferito di Martin e mattatore delle prime due, stavolta sono pochi i momenti in cui di erge sopra tutti come era solito fare. Manca e si sente.


JAIME LANNISTER 























Altro colpo di scena, lo sterminatore di re diventa "er monco". Lo spadaccino più forte senza braccio destro non me lo aspettavo. Sono rimasto allibito.
In ogni caso Jaime Lannister è sulla via per diventare un personaggio memorabile, e chi ha letto i libri è solito ripeterlo fin dai primi episodi. Staremo a vedere le sue evoluzioni.
Se poi si accoppia pure con la vergine di Tarth parte l'applauso spontaneo.


JOFFREY LANNISTER/BARATHEON























Il ragazzino che tutti vorremmo veder morto nel peggior modo possibile, riesce nell'incredibile impresa di non essere odioso al limite del sopportabile per ben cinque episodi.
Speriamo solo che non ci diventi simpatico pure lui, sennò perdo completamente la bussola delle mie antipatie. 


SANSA STARK 


















Inaspettato baricentro di intrighi ad Approdo del Re, la sorte di Sansa tiene in scacco metà trama. Per ora rappresenta il filone principale della stagione. 
Lei chiaramente come vede un bel tipino di alto lignaggio si vede già con la fede al dito. I pretendenti sono tanti, almeno 3 al momento, e a ragion veduta perché al di là di tutto Sansa si candida come futuribile gnocca della serie. Aspettiamo almeno un paio di anni, poi se ne riparla.


DAENERYS TARGARYEN
















Sul versante femminile rimane la più determinata e impavida. Inutile dire che ogni sua scelta per quanto rischiosa e folle si rivela sempre giusta. Arriva con 5 soldati nella solita città dell'est e riparte con un esercito cazzutissimo. Epic Lol per la liberazione degli schiavi con tanto di Grisù il Draghetto a sputar fuoco sui cattivi.
Ora se tutto va come deve andare, gli capiteranno le peggio sfighe e anche lei inizierà a perdere colpi, e minimo ci metterà un'altra stagione ad attraversare il mare. Se mai lo attraverserà.


JON SNOW
















Altro sottotitolo. Ciao sono Jon Snow e nonostante tutto piaccio un casino.
Eh si Jon con le sue faccette spaesate, il suo fare gentile ed ingenuo, il suo esser di sani principi e comunque di provare a fare il bravo senza successo, con tanto di espressione tenebrosa, manda in paradiso tutte le sue ammiratrici. 
Per il resto, per quanto voglia raccontarcela è finito con i bruti al freddo e al gelo per una donna.
Ora sta lì traccheggia, prende tempo, elabora finissime strategie degne di uno Stark per fuggire, ma tanto finché c'è Ygritte rimane dov'è.
E per quanto sia il "frescone" della serie, fa bene perché... 


YGRITTE


















...Perché Ygritte è la nuova numero 1. E al sottoscritto fa impazzire. Sale di prepotenza sul gradino più alto della mia personale classifica femminile di Game of Thrones. 
Poi parliamoci chiaro, in questa terza stagione dimostra di essere il personaggio più moderno dell'intera saga, senza tenere conto che in mezzo ad un cazzo di niente, tra neve e ghiaccio, rimedia una caverna con tanto di Jacuzi termale riscaldata. Altro che trip advisor...
Se volevano un motivo per farmi guardare altre mille puntate di GoT con Ygritte l'hanno trovato.


NED STARK























Si ok è morto nella prima stagione. Ma a quanto pare manca un po' a tutti, spettatori e personaggi compresi. Tutti sempre a ricordarlo come il migliore di sempre. Insomma non ci riprenderemo mai da quell'infame decapitazione. Capito Joffrey? MAI.



















PS: volevo taggare ogni nome sulla relativa pagina di Wikipedia. Accidenti a me, nel farlo sono incappato in uno spoiler clamoroso. Stateci lontani.

lunedì 29 aprile 2013

Iron Man 3














Visto da poco.
Abbastanza d'accordo su quanto ho letto in rete. E se dovessi tirare giù una rece senza averne lette altre, probabilmente scriverei esattamente quello che tutti dicono come un disco rotto. 
Riassumo velocemente.

Iron Man 3 è diretto da Shane Black sceneggiatore di culto per tutta una generazione cresciuta a pane e film action. Ha scritto Arma Letale 1 e 2, L'Ultimo Boyscout e Last Action Hero. Un ragazzo che ad appena 26 anni riscrive le logiche dei film d'azione iniettandoli di ironia, battute sagaci e un ritmo travolgente.
Prendete John McClane, una trama Hard Boiled, e al posto di pistole e distintivi inserite armour suite superfiche e Jarvis; ecco a voi servito Iron Man 3. Niente epica da supereroe ma un film d'azione old-style innestato sui binari dei precedenti capitoli, con Robert Downey grande mattatore come al solito.
Per intendersi. La strada è la stessa, ma fra il secondo e il terzo hanno cambiato la macchina e il pilota.
Se volete maggiori approfondimenti sulla questione potete andare QUI, QUI e QUI.














Di conseguenza salto la parte della recensione descrittiva/ introspettiva/ oggettiva e vado direttamente al punto. Cosa ne penso?
Iron Man 3 destabilizza, che tu sia fan sfegatato o semplice appassionato dei film di supereroi quest'ultimo capitolo delle avventure di Tony Stark ribalta l'usuale punto di vista del Cine-Comic in generale. L'impianto Action figlio degli anni '80 regala piccole perle indimenticabili, non solo gag e battute sopraffine, ma anche una gestione dei personaggi meno seriosa e rigida e al contempo una trama più composta e sensata. Certo non mancheranno alcuni WTF, ma sicuramente non siamo dalle parti di Avengers e i suoi enormi buchi di sceneggiatura, e tanto meno siamo a NolanWorld con la sua pesantissima epica retorica. E' un duro e puro Hard-Boiled con i suoi intrighi e risvolti a doppia mandata.
Senza spoilerare troppo, vi dico che il Mandarino è il cattivo più inaspettato e geniale che si sia visto al cinema. A suo modo l'altra faccia della medaglia del Joker. Vi sorprenderà.
I personaggi per l'appunto. Ecco stavolta invece di muoversi come marionette (vedi Iron Man 2) lungo un percorso delimitato, sono vivi, reali, con problemi e fissazioni, parlano, scherzano e sopratutto talvolta pensano. Sia chiaro, il tutto inteso come un film d'azione, non vi sto dicendo che siamo alle prese con The Master di P.T. Anderson.

Iron Man 3 diverte e sorprende. 2 ore circa piacevolissime che volano.
D'altra parte devo dire che non tutto è perfetto. Ci sono alcune sbavature, sopratutto quando Tony diventa troppo McClane e poco Stark. Vedi entrata furtiva nella villa a Miami. Oppure le tante armature che a questo giro si sbriciolano al primo impatto, quando in The Avengers teneva testa ad un bruco alieno formato Empire State Building.
Sono piccolezze, ma che forse denotano l'unica pecca di questo film. In poche parole la riscrittura del personaggio e della trama si mal-adattano al terzo capitolo di una serie. Non è stato un cambio di stile, ma a tutti gli effetti un'operazione che generalmente si fa per i Re-Boot, dove si vara il nuovo Iron Man in totale rottura con il vecchio. Invece in questo contesto il passato e le avventure precedenti sembrano perdere senso e rilevanza, nonostante l'imprinting di RDJ a Tony Stark e i paletti fissati da Marvel cerchino l'aderenza narrativa alla saga. Una stonatura che in molti probabilmente non manderanno giù.

In conclusione. Iron Man 3 è nettamente meglio del secondo, e alla pari ma totalmente diverso dal primo. Andate e divertitevi. Io lo raccomando fortissimamente.

PS: Prepariamoci ad un incasso stratosferico.
PSS: Mancano tantissimo gli AC/DC a palla, invece ci sono gli Eiffel 65.
PSSS: Il trailer ha tanti Bwong e fondamentalmente ci presenta un film diverso.