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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

lunedì 29 agosto 2011

Bob Dylan - Padri, figli e ragazze

Piccoli sfumature fatte di gesti, sguardi e atteggiamenti del menestrello con altri grandissimi artisti.

Con l'intramontabile Johnny Cash. Americano e della generazione precedente.
















Con il giovane Donovan. Inglese e considerato uno dei suoi eredi.




Infine Joan Baez, amante e sostenitrice del giovane Dylan.



A voi le conclusioni.

venerdì 26 agosto 2011

Cine-Divagazioni estive - Unknown

Unknown - Senza Identità è un film con Liam Neeson diretto da Jaumet Collet-Serra (quello di Orphan).


















Unknown è un filmaccio che riesce nell'intento di farvi passare due ore a chiedervi:
Perché lo sto guardando?

Purtroppo quel piccolo barlume di curiosità nella trama e qualche scena d'azione qua e là vi porteranno fino in fondo alle avventure di Liam Neeson. Un attore che una volta faceva film impegnati, o almeno ci provava, adesso a quasi 60 anni si è messo a fare film d'azione dove picchia e guida come una star d'azione. I copioni non li legge, come Bob De Niro o Nic Cage guarda direttamente il saldo del compenso e sulla base di quello decide.

Unknown ha una trama articolata quanto semplice. Liam Neeson e moglie arrivano a Berlino, una valigetta viene dimenticata in areoporto, arrivati in Albergo la moglie va nella Hall e Liam parte senza dire nulla per andare a recuperare la valigetta. La tassista è Diane Kruger. Il cellulare del protagonista non funziona e 5 minuti dopo volano giù da un ponte per un incidente. Evvai.
Liam si risveglia dal coma dopo qualche giorno, e quando esce dall'ospedale si accorge che al posto suo c'è un altro e anche sua moglie non lo riconosce. Senza documenti e nessun amico che possa confermare la sua versione, lotta e combatte per riappropriarsi della sua identità e capire il mistero.
Da qui in poi ex agenti della Stasi, Frank Langella che fa il cattivo, intrighi internazionali di dubbia credibilità, assassini con l'immancabile suv e baci appassionati senza motivo.

Sono diffidente verso questo genere di trame, dove il protagonista da un giorno all'altro non viene più riconosciuto e la sua vita rubata, sono film che reggono fino alla spiegazione finale che di solito è fantascientifica se non fantasiosa. Unknown invece cerca di arrivare a una risoluzione plausibile, e per arrivarci usa (chiaramente) una serie impressionante di svolte improbabili che in molti casi non hanno nessun senso narrativo.
Un film che vuole essere un action realistico, ma finisce per essere una cazzata di proporzioni epiche. Figlio di Io vi Troverò, copia di Jason Bourne nella trama, le scene e l'ambientazione. E' pacco imperdibile per gli amanti del genere. Vi avviso il trailer spoilera alla grande.

mercoledì 24 agosto 2011

Cine-Divagazioni estive - Captain America

Una sera faceva caldo, la città era deserta e molti locali erano chiusi. Alle 22.15, qualcuno propose Capitan America. Proposta accettata!
Ho visto la versione "normale" non in 3D, ma non credo di essermi perso qualcosa.














Lo avevo già accennato in un vecchio post.
Captain America: The First Avengers di Joe Johnston è un film mediocre da qualsiasi punto di vista. Francamente mi sono annoiato per due ore nell'attesa di un colpo di scena che non è mai arrivato.
Il trailer del film ed alcuni screenshots promettevano bene, avevo letto alcune recensioni positive e l'ambientazione anni 40 mi ricordava il buon vecchio Indy. 
La storia è quella del giovane Steve Rogers pieno di buone intenzioni e coraggio che vuole entrare nell'esercito ma si vede puntualmente scartare. E' troppo magro e basso per farne parte. Poi un dottore gli da finalmente l'occasione che aspettava. Arruolato in un reparto speciale, verrà scelto come cavia in un esperimento segreto. Il piccolo Steve Rogers diventa il simbolo della forza americana, il potente Captain America. I cattivi però non sono i nazisti, ma una loro divisione autonoma che dispone di grande forza e tecnologia per conquistare il mondo intero. L'Hydra guidata da Red Skull diventerà l'obiettivo di Cap e i suoi.

Captain America è uno dei peggiori cine-comics degli ultimi anni, grande dispiego finanziario per realizzare un film senza ritmo e azione. Parte bene, ma poi si contrae su stesso nel dover spiegare tutto e preparare la scesa in campo del protagonista. Momento che arriva dopo quasi un'ora di film e non certo un momento da ricordare, ma piuttosto una triste incursione in una base nemica. Il difetto di Cap è proprio quello del non-supereroe, non abbiamo mai l'impressione che Steve Rogers sia un super soldato imbattibile, ne riesce ad emanare quell'aura di figura carismatica. E' difficile immaginare un super-eroe che irrompe in un campo nemico pieno di soldati armati fino ai denti, e lui che può essere ferito e ucciso come un qualsiasi umano, li sbaraglia tutti con sganassoni e lanci di scudo a mo' di frisbee.
Gli attori sembrano essere in vacanza più che su un set, paradossalmente quello che s'impegna di più è Chris Evans, il peggiore della compagnia. La ragazza di turno è sconosciuta tutta curve in divisa, più anonima che pessima. Poi c'è Tommy Lee Jones, Stanley Tucci e Hugo Weaving, che vanno con il pilota automatico aspettando le ferie.
Chiaramente la fine del film è subordinata all'imminente The Avengers. L'ammucchiata definitiva.





venerdì 19 agosto 2011

Cine-Divagazioni estive - Easy Girl


















Easy Girl è la classica commedia americana per ragazze ambientata nelle High School. 
Olive (una bravissima Emma Stone) sfigata incompresa, troppo intellettuale e poco appariscente per essere notata, nel divincolarsi da impegno con un'amica inventa un appuntamento con successivo racconto sulla sua prima esperienza sessuale. La notizia deflagra in tutta la scuola, e lei invece di piangere cavalca l'ondata d'inaspettata popolarità.

Ecco, leggendo la trama viene voglia di vomitare. Easy Girl ha tutte le carte in regola per essere un film dannatamente brutto e stupido, e invece alla faccia di tutti i detrattori è ben scritto e diverte quanto basta. Il titolo originale è Easy A, visto che nel film la protagonista segue da vicino con grande immedesimazione il libro "La Lettera Scarlatta". Per una volta il titolo italiano, nonostante la scelta incomprensibile di cambiarlo per lasciarlo in inglese, non è così terribile.
A differenza di quanto si possa pensare nel film non ci sono tette al vento, sesso spinto, e uomini arrapati all'American Pie. Ci sono invece tutti gli stilemi del genere, come: un improbabile principe azzurro, un'amica rivale ma buona, il professore che piace e la famiglia della protagonista super yeah.
Nelle commedie americane ora va di moda mostrare famiglie super progressiste, con marito e moglie che fanno battute e allusioni in continuo, si palpeggiano mentre cucinano, non si scandalizzano di niente, sono i primi a sostenere i figli in qualsiasi cosa e chiaramente quest'ultimi sono super intelligenti, intellettuali e sensibili.
Della serie l'ottimismo è il profumo della vita.
Ma in questo film non ci si fa neanche caso, perché il padre è un superbo Stanley Tucci che si diverte a fare il padre un po' sfigato ma con tante qualità.
Una commedia leggera, perfetta per i palati femminili ma che può divertire anche noi uomini duri.

PS: Ah c'è anche qui Cam Gigandet, però stavolta è bravo (fa lo scemo).
PSS: il produttore è lo stesso di Priest. Me ne sono accorto guardando il trailer (sotto) mentre ve lo caricavo.



giovedì 18 agosto 2011

Cine-Divagazioni estive - Priest

In estate soffro di quel particolare disturbo che ti porta a guardare solo film leggeri e divertenti. Tonnellate di filmacci inguardabili, e qualche blockbuster di qualità. (deve essere un disturbo diffuso visti i film che escono al cinema in questo periodo).

Inizio questa mini rubrica di fine estate con Priest di Scott Stewart.


















Tratto da un manga coreano (cine-comics). In un futuro lontano (fantascienza) una lunga guerra fra umani e vampiri (fantasy horror) ha ridotto la terra ad una landa desolata e grandi megalopoli inquinate (scenario post-apocalittico) a guidare l'umanità la nuova Chiesa Cristiana. Un manipolo di preti ninja è riuscito a riportare la pace e dare la vittoria all'uomo. Anni dopo in un avamposto sperduto dei vampiri guidati da un uomo misterioso rapiscono la giovane Lucy (mistery), il più forte dei preti ninja tornerà a combattere (azione).
Quando ho letto la trama non ho potuto fare a meno di guardarlo. Erano tutti filoni a me cari in un solo film, e la puzza di mega-pacco era dietro l'angolo. Perfetto.
Il buono. Il prete che mena di brutto, tira croci a mo' di stelline ninja, usa solo armi bianche e fa le mosse alla Matrix è Paul Bettany













Fico vero? Poi con la croce tatuata sulla fronte è il top.
I vampiri (i mostri cattivi) invece sono dei mostri senza occhi. Questi qua:











No, non è Harry Potter, e neanche il nuovo film di Peter Jackson, è sempre Priest.
Mi dispiace niente belloni raffinati, che si annidano nell'alta società e convivono segretamente con noi da sempre. Questi non si sono integrati per niente, anzi fanno un casino della madonna e hanno un cervello come quello di una gallina.
Ora sorvoliamo sul caracter design dei vampiri, sorvoliamo sul dettaglio che una decina di preti ninja avrebbe cambiato le sorti di una guerra globale, ma sorvoliamo pure che sopra le megalopoli c'è la nuvola di fantozzi e un 1km fuori un sole che spacca le pietre, sorvoliamo perfino sui protagonisti che vanno in giro con una moto a 400km orari sullo sterrato.

Ecco su questo ci sono passato sopra, su tutto il resto non ce l'ho fatta.
Iniziamo con il dire che mentre la città ha un'ambientazione alla Blade Runner, buio e pioggia con megaschermi e rimandi a 1984 di Orwell; le lande fuori dai cancelli della città sono il vecchio west con un sole cocente, niente vegetazione, avamposti desolati, case di legno e tecnologia del 1800.  Agevolo contributo visivo. (2 immagini, stesso film)













Ora ma che idea del cazzo è questa? In città hanno gli LCD, e i messaggi subliminali e tipo a 30 chilometri hanno il grammofono? Neanche le musicassette, il grammofono!!!

Andiamo oltre. La cosa importante: LA TRAMA.
Ecco la trama non c'è. Cioè ogni tanto il film prende una piega, cerca di andare in una direzione ma poi non c'è un nesso con il resto. (Vedi -> scena dell'alveare)
Il regista si è preoccupato di impregnare il film di così tanti rimandi che alla fine ha creato un remake che prende e cita altri film contemporaneamente.
E' dura dirlo, ma PRIEST è il remake fantasy di SENTIERI SELVAGGI. (hai detto nulla)
Il prete integralista Paul Bettany in coppia con il giovane sceriffo Cam Gigandet si lanciano sulle tracce della giovane Lucy rapita dai vampiri. Bettany è suo zio, che poi (SPOILER) suo zio non è, Gigandet invece è il fidanzato. Bettany dedito alla crociata e pervaso dall'odio verso i vampiri ad un certo punto dice perfino: se Lucy è stata infettata la ucciderò. (perfettamente in linea con il personaggio di John Wayne nell'originale).

Facciamo il punto. Remake di Sentieri Selvaggi. Città alla Blade Runner. Azione alla Matrix. Analogie con Equilibrium. Ambientazione Western, con citazioni a Sergio Leone. Rimandi a Mad Max, ed alcuni momenti che ricordano Il Signore degli Anelli.
Quanto dura il film? 87 minuti scarsi. Ora appare evidente che se uno frulla tutta questa roba in meno di un'ora e mezzo, la trama non può esistere. Per il resto Priest è quello che ti aspetti: un film pessimo con qualche scena d'azione qua e là, uno scenario interessante e il protagonista che prega e mena a ritmo alternato. Tutti buoni spunti con l'obiettivo di diventare una saga. Finale apertissimo con tanto di battuta ”la guerra è appena iniziata”. I pessimi incassi americani hanno sventato questo pericolo.
Stewart la prossima volta ricordati: la trama è importante. Ce l'ha perfino Twilight.

PS: questa recensione è stata scritta ricalcando lo stile di scrittura del film. A braccio.



sabato 13 agosto 2011

Alan Moore e le London riots

Alan Moore dice la sua sui disordini di Londra, vi riporto la traduzione dell'articolo presa da questo link.
Un pensiero il suo che io condivido e riporto qui sul blog.


















L'attuale situazione in Inghilterra sembra poter essere definita come un'ondata criminale di stampo consumista che non denota nessuna connotazione politica. Se l'unico obiettivo della furia distruttiva è quello di procurarsi scarpe nuove, cellulari o TV al plasma è difficile vederci niente di più che una furtiva spedizione organizzata da un'orda di idioti opportunisti.
È quel genere, peraltro prevedibile, di collasso sociale che si avrà inevitabilmente se i governi non avranno il coraggio di affrontare le banche e le corporation, i veri responsabili per le condizioni economiche attuali, e anzi continueranno a voler tagliare le più semplici infrastrutture a una sottoclasse di persone che rappresenta la fascia più vulnerabile, meno istruita e volatile della società: gente che non ha legami con la società e che quindi si sente di non aver nulla da perdere.
Ci troviamo davanti a un'esplosione vulcanica, orrenda e senza cervello, che ha messo a repentaglio le vite e i mezzi di persone innocenti. La distruzione del palazzo della Sony a Enfield ha praticamente spazzato via le piccole e valorose etichette musicali indipendenti che là tenevano in magazzino la loro merce. Ma sospetto che questi siano quel genere di eventi che, purtroppo, vedremo accadere più spesso in futuro sia in Inghilterra che nel resto del mondo sviluppato.
Visto che non sono generalmente noto per aver scritto opere in favore dello sciacallaggio, posso solo immaginare di essere stato contattato in quanto, in passato, ho espresso il mio sostegno ad atti di protesta politica avvenuti in questo Paese e in altri. In particolare le cyber-proteste compiute da gruppi come LulzSec e Anonymous. Il fatto che io sia un convinto anarchico è pure noto, e mi domando se, a questo punto, la parola “anarchia” sia stata confusa con la parola “caos”. Quello che è accaduto in Inghilterra negli ultimi giorni è un esempio della seconda, e non ha nulla a che vedere con la prima - e la reazione della polizia lo ha chiaramente dimostrato.
La Metropolitan Police ha infatti provato di essere perfettamente capace - in alcuni casi letalmente capace - di contenere legittime proteste di tipo politico ma sembra meno abile, quasi riluttante, quando si tratta di gestire uno sciame di predoni il cui unico obiettivo politico è quello di accaparrarsi un nuovo paio di Nike. Poiché Scotland Yard, poco prima dei disordini, ha chiesto ai cittadini di osservare i loro vicini se li sospettano parte di movimenti anarchici, non mi sorprenderei se certe frange dell'establishment e dei media inglesi fossero molto propensi a formare un legame tra leggittime proteste di stampo politico e questa mandria di avidi dai pugni facili responsabili per i disordini.
Vi sono anche elementi felici di addossare la colpa ai social network o a strumenti di comunicazione come i BlackBerry - tutto tranne l'evidente: che abbiamo affidato l'economia mondiale a giocatori d'azzardo compulsivi e incompetenti. Se, per parte mia, io sono famoso per essere un Amish quando si tratta di aver a che fare con ogni tipo di tecnologia che postdati il cavallo e il calesse (evito anche le email), vorrei sottolineare che l’unico atto veramente anarchico è stato commesso da quei gruppi di volontari che, il giorno successivo ai disordini, sono usciti armati di scope per ripulire i danni. E si sono coordinati a quanto pare grazie a Twitter.
Quindi, per riassumere. Sono in favore di proteste genuine e intelligenti nonché di atti di resistenza nei confronti di quelle istituzioni politiche e finanziarie che non hanno svolto il loro dovere di proteggere le società per le quali lavorano. Ma mi oppongo con tutte le mie forze ad atti di violenza di ogni tipo, compreso la follia teppistica a cui stiamo assistendo. Eppure ripeto: se permettiamo al tessuto delle nostre società di scivolare in questo stato di assoluta devastazione, allora ci dobbiamo aspettare tali azioni distruttive e senza senso.
Buona fortuna e cerchiamo ovunque di occuparci delle comunità che abbiamo.
Alan Moore

mercoledì 10 agosto 2011

In the Market - Semplicemente uno schifo.

Questa estate è uscito In The Market di tale Lorenzo Lombardi.
Cineblog riporta le seguenti frasi ad effetto della stampa specializzata.

IL MIGLIOR HORROR ITALIANO DEGLI ULTIMI ANNI” HorrorPlayer
“IMPLACABILE NEL SUO CRESCENDO VERSO LA MATTANZA” IndieHorror
“STIVALETTI CONFERMA IL SUO BREVETTO DA MACELLAIO DOC” SplatterContainer
“LORENZO LOMBARDI L’EREDE DI QUENTIN TARANTINO” IlCorrierediArezzo
“OTTAVIANO BLITCH: IL NUOVO KLAUS KINSKI” HorrorMovie.
“UN FILM VIVAMENTE CONSIGLIATO ANCHE A CHI NON AMA GLI HORROR” IlFendente
“UN DILUVIO DI SANGUE E ORRORI: SCENE TRUCULENTI PER DURI DI STOMACO” Corrieredell’Umbria
“UN BEL SAGGIO DI SADISMO” Ruggero Deodato
“UNO DEI PRODOTTI PIU’ INTERESSANTI DELLA NUOVA STAGIONE HORROR ITALIANA” Gordiano Lupi
“UNA CLAUSTROFOBICA NOTTE DA INCUBO” FilmUp
“LOMBARDI, L’ENFANT PRODIGE DELL’HORROR” IlTirreno
“RITORNO AI FASTI DEL CINEMA DI GENERE ITALICO” TaxiDrivers
“AUTENTICHE SCENE DA INCUBO” Giornaledell’Umbria
“SCENE DAVVERO TRUCULENTI E PULP” LaNazione
“INCALZANTE IL RITMO, INSOPPORTABILE LA TENSIONE” TG3
“LOMBARDI REINVENTA IL GENERE HORROR” 35mm
“CI SI RITROVA INCOLLATI ALLA POLTRONA SENZA RESPIRO” Giulia Monaldi
“UN NOTEVOLE ESERCIZIO DI SADOMASOCHISMO CINEMATOGRAFICO” NOCTURNO
“UN HORROR FILOSOFICO IN STILE ROMERO” CineMonitor
“LA TENSIONE SI TAGLIA COL COLTELLO” Horror.it
“UN’ATMOSFERA DI SADICA PERVERSIONE” ScreenWeek
“TENSIONE COSTRUITA AD ARTE FIN DALLA PRIMA INQUADRATURA” LoudVision
“PER PALATI FORTI” SogniHorror
“ATTORI EMERGENTI BEN DIRETTI” QuartoPotere
“TESO E ABBONDANTEMENTE TRUCULENTO” Close‐Up
“LOMBARDI SPINGE IL PEDALE SULLO SPLATTER AI LIMITI DEL DISGUSTO” CentralDoCinema
“STUZZICANTE” What’sUp
“NEL SEGNO DI QUENTIN TARANTINO E CON UN OCCHIO BEN SALDO AI TORTURE‐PORN HOSTEL & SAW” IlMucchioSelvaggio



Frasi tutte da verificare, però rimango dell'idea che molti di questi giornalisti dovrebbero cambiare mestiere insieme a Lorenzo Lombardi. Mani rubate all'agricoltura, mi viene da dire.
Perché?
Il trailer vi toglierà ogni dubbio.
















Ma quanti anni ha Lorenzo Lombardi?
E' il vecchio che ancora ci prova e non lascia spazio a noi giovani?
No. Purtroppo invece ha 24 anni. E' il nuovo che avanza. Piangete gente, questi sono i nuovi talenti.

Il mio post è solo uno sfogo. Ma leggetevi la recensione di quei simpaticoni de i400calci.
Loro sono soliti dare 9 alle peggio trashate, esaltare tutti i film di Nicolas Cage e Jason Statham.
Non hanno i pregiudizi del sottoscritto.
Ecco leggetevi quello che scrivono, e guardate il market-tone del TG3. Tanto per capire lo schifo di tutta questa operazione.

PS: inauguro il tag NonCinema solo per te Lombardi. E' già un onore.

lunedì 8 agosto 2011

Pollock - il film in 260 parole

Nel 2006 il dipinto N° 5 del 1948 di Jackson Pollock è stato venduto alla cifra record di 140 milioni di dollari.













Ed Harris affronta la vita del grande pittore statunitense concentrandosi sugli anni della maturità artistica fino alla morte avvenuta nel 1956 in un incidente d'auto. I dieci anni in cui Pollock inventò una nuova tecnica e s'impose all'attenzione internazionale come nuovo artista di riferimento dell'arte contemporanea.

Pollock non è un classico biopic, è prima di tutto un film su un uomo piegato dalla sua stessa genialità, perennemente in lotta contro il mondo che lo circonda e lo osanna. Un uomo che riesce a trovare il suo equilibrio interiore solamente nel momento dell'espressione artistica. Quando l'azione, il corpo in movimento, i gesti e la mente si mischiano ad un disegno comune nasce il Dripping e con se la futura Action Painting. In quei momenti Pollock vive, e crea qualcosa di totalmente nuovo di una potenza deflagrante. Nel resto della sua vita invece, tutto va a rotoli. Un uomo astratto come la sua arte che non riesce ad entrare in sintonia con il mondo circostante, vittima di forti crisi depressive e il vizio dell'alcool ad aggravare il tutto. Intorno gli amici famosi, come De Kooning o la grande mecenate Peggy Guggenheim, il tormentato rapporto con la madre e la difficile vita privata. Ed Harris prende tutto questo e s'immerge totalmente in un'interpretazione magistrale per dare risalto alla controversa personalità di Jackson Pollock, tratteggiando con straordinaria bravura il genio insito in lui e le derive psicologiche che lo hanno portato alla prematura scomprasa.


















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PS: mini-rece scritta controvoglia per un piccolo articolo su cinema e arte.

venerdì 5 agosto 2011

Bud Spencer - Spot spagnolo















Non lo avevo mai visto questo spot spagnolo con il Bud nazionale. Divertentissimo.
Il giusto merito per uno degli attori italiani più famosi all'estero. Vedi anche il caso del Pro Bud Spencer Tunnel in Germania.

martedì 2 agosto 2011

Un post che potete anche non leggere

E' agosto, il blog non va in vacanza perché non ci vado neppure io. 
E' caldo, il portatile contribuisce a farmi dire: è caldo. Il ventilatore aiuta.
L'aria condizionata mi provoca mal di testa, mal di gola, raffreddore e conseguenti giramenti di palle.
Certo meglio il caldo della pioggia di settimana scorsa, meglio l'afa del vento gelido e meglio le Tshirt delle felpe.

Mettiamo un po' di musica.















Torno a parlare di Spider Truman / Francesco Caruso e il suo blog I segreti della casta di Montecitorio (qui il post precedente). Ormai la marea della notizia è scesa, ma il blog continua ad avere visite e affluenze da record, se su giornali e web non si parla più di questo fantomatico Blogger anonimo, i suoi visitatori continuano a commentare e sostenerlo in massa.
Il buon Truman Caruso però si è ben visto dall'accettare voci contrariate, tipo la mia. 
Lo ammetto, ogni tanto vado e commento, nessuna offesa ma semplice sarcasmo. Il fatto è che a distanza di qualche giorno i miei commenti spariscono.
Censura di Truman/Caruso? Probabile. L'uomo che professa uguaglianza e democrazia è il primo a censurare i commenti contrari sul suo blog. Avanti così Caruso!

Altra musica.















Ah, sono tornato al cinema dopo quasi un mese e mezzo. Tanto tempo, direte voi. Ma da queste parti non  escono molti film, anzi diciamo che fra Harry Potter, Transformers 3 e Cars 2 se ne è andata la programmazione di tutto luglio. 
Preso dall'irresistibile voglia di cinema, qualche consiglio disdicevole e alcune recensioni sbagliate, ho tentato la fortuna. Sono andato a vedere Captain America: Il primo vendicatore.
Evitate. Evitate in tutti i modi. Un film dannatamente brutto e noioso. Un protagonista moscio, per un supereroe che di super ha veramente poco (almeno nel film).
Andatevi a cercare la recensione di Roberto Recchioni, non che sia un fan delle sue recensioni, però stavolta aveva ragione nello stroncare il film. Maledettamente ragione.
Sia chiaro: sono un amante dei Cine-Comics, sopratutto quando fanno bene il loro lavoro, e cioè divertire e intrattenere.  Ma stavolta proprio no. Ripeto evitate.

Buon caldo a tutti.