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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

venerdì 28 ottobre 2011

Contro la SIAE - dovere morale -

Francamente a questa notizia non riesco a credere. E' assurdo.
Si parla di crisi e si fa di tutto per aumentarla.
La SIAE è un'azienda in crisi?
Io non penso.
Le sale cinematografiche sono in crisi?
Alcune a malapena sopravvivono.

Allora per incentivare il consumo di cinema, la SIAE s'inventa un tassa sui Trailer.
Trailer equiparati ai film, con la sola differenza che alla SIAE nessuno ha spiegato che è pubblicità.

Io pubblico numerosi trailer sul blog, probabilmente potrò continuare a farlo. Ma non quelle testate online che vivono di pochissimo. E' uno scandalo che va fermato.

Se non sapete di cosa sto parlando, andate qui.

giovedì 27 ottobre 2011

Ruggine e A Dangerous Method - in pillole

i film che ho visto al cinema e non ho commentato sul blog.

RUGGINE di Daniele Gaglianone


















Criticato da molti, a mio avviso è uno dei migliori film italiani dell'anno. Di notevole impatto emotivo, la storia disegnata da Daniele Gaglianone trasuda di vitalità e forza espressiva. Forse eccessivamente didascalica la parte attuale con i volti noti del cinema italiano.
In ogni caso recitazione pregevole e grande lavoro di fotografia e atmosfera. Da vedere.
Voto: 7


A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg


















Difficile ammetterlo, ma l'ultima opera del maestro canadese è anni luce lontana dai grandi film firmati in passato. A Dangerous Method è verboso, piatto e noioso. Prende vita quando i due padri della psicanalisi Jung (un compassato Fassbender) e Freud (un discreto Viggo) duettano sulle loro visioni e teorie, per poi morire nella vicenda principale incentrata sul rapporto dei due in relazione alla paziente/psicologa Sabine Spielrein (un'inguardabile Keira). Fra frustate, mascelle sporgenti, teorie naziste e una scena finale direttamente da Il Padrino II, l'ultimo film di Cronenberg è un buco nell'acqua.
Voto: 5

lunedì 24 ottobre 2011

L'ultimo Terrestre













L'Ultimo Terrestre è l'esordio cinematografico di Gianni Pacinotti, meglio conosciuto come Gipi.
Un esordio anomalo per la cinematografia italiana, ma comprensibile se si tiene conto della fama internazionale del suo autore. Per chi non lo sapesse Gipi è a tutti gli effetti una star nel panorama fumettistico mondiale.
Tornando al film.
L'Ultimo Terrestre prodotto da Fandango, con un budget di tutto rispetto, è stato incredibilmente selezionato per il concorso al 68° Festival di Venezia. Sommato ad una promozione pubblicitaria incessante, un'attenzione mediatica sopra la norma e l'ipotesi di un'inaspettata vittoria, ha generato un'aspettativa altissima negli addetti ai lavori.
Troppa luce per un film che è pur sempre un esordio. Gipi è un grandissimo, ma non è Orson Welles.
L'Ultimo Terrestre è paradossalmente vittima di se stesso. Quando ti trovi a giudicare con gli occhi di chi si aspetta un grande film, la possibilità di rimanere delusi è alta, anzi altissima.

Tecnicamente ineccepibile. Una fotografia da urlo e una scelta delle location di grande intuito, mista a una buona direzione degli attori, fanno de L'Ultimo Terrestre un esordio sopra la media.
Un buon film che conferma Gipi autore visionario capace di raccontare un mondo reale-parallelo al nostro con grande semplicità stilistica e poesia. Vero limite strutturale: la sceneggiatura. Frammentaria, fredda e poco incline a variare le carte in tavola. Un'atmosfera sommersa che non appare mai in superficie e non riesce ad emozionare lo spettatore, il quale rimane affascinato ma in attesa permanente di un cambio di registro narrativo. Il film inizia come finisce.
Tutto questo rende L'Ultimo Terrestre un'opera acerba, e lontana dalle aspettative che i media e la Fandango hanno cercato di generare. Ma è anche un'opera che fan ben sperare per i prossimi lungometraggi di Gipi, che sembra avere tutte le carte in regola per dire la sua anche nella settima arte.
Non ci resta che aspettare.

Se dovessi dare un voto darei un sei e mezzo.


venerdì 21 ottobre 2011

Dalla Periferia contro tutti

Ma la domanda è: tutti chi?















Ultimamente il blog subisce delle impennate di visitatori inaspettate e totalmente anonime. Succede, nella povertà di lettori che mi ritrovo, di avere 50 visite in un'ora per poi tornare allo standard abituale. Contemporaneamente fioccano a distanza di giorni commenti a post di una settimana fa.
I post in questione sono Who is Pannella e Vasco Rossi usa la K.

Quindi se ironizzo o attacco personaggi famosi, aumentano le visite?
Ma perché aumentano? Forse, perché i fan di questi personaggi si sentono in dovere di difenderli dal blogger cattivo. Quindi in realtà se vado avanti con questa strategia aumento solo gli insulti e le critiche verso di me.
Alcuni blogger effettivamente lo fanno.

Nel mare di internet sono in tanti ad esprimere il proprio pensiero attraverso articoli di ogni tipo. E' però nei commenti ad essi che risiede la voce della comunità. Andate a leggere i commenti agli articoli del corriere o della gazzetta. Resterete stupefatti.
Il commento da voce a chi normalmente non usa il microfono per parlare.
Il blog è quindi come un palco, dove io in questo caso mi presento e parlo ad un pubblico indefinito. I commentatori sono quelli che alzano la mano e decidono di intervenire per un breve momento, in accordo o disaccordo con le mie parole.

I post in questione non hanno sortito elogi o applausi, hanno semplicemente scatenato gli animi più suscettibili che hanno deciso di intervenire nonostante la loro natura di spettatori casuali. Hanno fatto bene.

Il post su Pannella è stato scritto successivamente alla querelle sull'entrata dei Radicali in parlamento che ha mandato su tutte le furie gli altri partiti di opposizione. Era un'invettiva ironica, tra il superficiale e la sacrosanta verità, su uno dei nostri politici più longevi con i suoi 81 anni.
L'utente Paolo esprime le sue ragioni con un pizzico di aggressività. Probabilmente conosce l'attività politica del partito molto meglio di me e me lo fa presente.
E' stata una settimana dura quella dei Radicali, e il video di Pannella in mezzo al corteo è il degno epilogo della vicenda. Tanto per rincarare la dose, ho una domanda: ma se abbiamo dei dubbi su 80enni che guidano la macchina, non dovremmo averli anche su quelli che guidano il paese?

Il post su Vasco Rossi è ampiamente più significativo.
Il fan che prende le difese del suo idolo e cerca di riabilitare ai miei occhi la figura intellettuale di Vasco è interessante e per certi versi divertente. In questi casi diventa difficilissimo aprire un dibattito. Qui l'uomo sul palco, con una certa sufficienza vorrebbe sorvolare e cercare altri interlocutori.
Ma la verità è che un intervento del genere conquista le luci della ribalta. Il microfono in questi casi passa di mano, e tutti gli altri interlocutori si riferiranno al commento precedente tralasciando l'argomento principale.

A me Vasco non piace, la K al posto del CH nemmeno. Nel mio post ponevo il problema di chi ha un atteggiamento da profeta seguito da milioni di fan, e fa un uso improprio dell'italiano.
Io preferisco essere patriottico sulla difesa della lingua che della razza.
L'utente Ivo non è in accordo con me. Il suo commento è delirante quanto geniale. In difesa di Vasco dice che ognuno scrive come vuole.
Successivamente l'utente Ivo aggiunge che i fan di Vasco sono anche intellettuali, e fra loro spicca il professore universitario Galimberti.  Mi fa notare che Vasco è citato in quattro libri scolastici di antologia di quattro importanti case editrici, concludendo con la misteriosa frase: ovviamente da lui pagate.

L'utente Ivo si è preso il microfono, ha vinto lui. Ma quando ti prendi il microfono in questo modo ti devi anche prendere commenti/domande. Io ora smanio di sapere, ho un sacco di domande a cui non trovo risposta.
In riferimento a prima è bello notare che io esprimo il mio disgusto per chi in pubblico scrive come cazzo gli pare, e lui mi ribatte un concetto assoluto riconducibile a: ognuno fa come gli pare.
Quindi -> &*((($$$£#  §§§"""££$$$$$)=?^\|
E' chiaro a tutti?
Ma se ognuno può scrivere come vuole, perché un ragazzo arabo non può mettere la statua di Maometto in classe? Fa più danni un 'analfabeta o uno di fede musulmana?
In riferimento ai fan di Vasco. Ma c'è una lista ufficiale? Tipo iscritti al partito?
Cosa è un'antologia scolastica? Ma è veramente questo il livello della scuola italiana?
Ivo mi stai dicendo che a scuola al posto dell'inferno di Dante, c'è Vita spericolata?
In che senso paga lui? Vasco finanzia i libri scolastici e quindi ha diritto ad essere inserito fra i poeti contemporanei?
E lei Pofessor Galimberti docente di filosofia, cosa ne pensa dell'uso della K?

Aspetto le risposte, ma forse come diceva Mulder: la verità è là fuori!














Concludo.
E' il pubblico a fare di questo spazio un blog. Senza i lettori è solo uno spazio inutile.
Se parli senza spettatori, tanto vale farlo mentre sei al bagno.

PS: con questo post non voglio mettere alla gogna chi non è d'accordo con me, infatti i due utenti sono anonimi e passati di qua per caso. Mi sono sembrati due casi interessanti, utili per un post. Non è che ne faccio uno per ogni voce contraria.






mercoledì 19 ottobre 2011

This Must Be The Place


















Il nuovo film di Paolo Sorrentino, un grosso budget e con la stella Sean Penn a fare da mattatore. Era giustamente il più atteso della stagione 2011/2012, e ha ripagato l'impegno produttivo con una partenza a razzo al box office.
This Must Be The Place è un film sulla ricerca.
Cheyenne, una rockstar consumata (S.Penn) sulle strade d'America alla ricerca di un vecchio criminale nazista  che fu aguzzino del padre in un campo di concentramento. Un viaggio in cui Cheyenne va inconsapevolmente alla ricerca di se stesso e della sua vera identità. Infine This Must Be The Place è la ricerca smodata di una consacrazione internazionale. 

Paolo Sorrentino aspira al capolavoro e ce lo comunica con fin troppa evidenza.
E' questo il grande limite di TMBTP, Sorrentino è bravo e ce lo ricorda ogni cinque minuti con un dolly o una carrellata di una magnificenza visiva disarmante; ma questo virtuosismo estetico impoverisce la visione  rendendola vuota e distaccata. 
Sean Penn regge sulle spalle l'intero film, s'impegna e colpisce quando può. Purtroppo anche lui finisce nel vortice dell'esagerazione con il ripetersi di faccette e risatine fastidiose, condite da una galleria di personaggi strampalati che entrano ed escono di scena in maniera imbarazzante alla velocità della luce.
(Vogliamo parlare dell'indiano?)

Una delusione, un esercizio di stile che riempie quasi due ore di una trama esile e poco coinvolgente che mostra ma non racconta. Un manierismo cinematografico che affonda un film sulla carta vincente, insieme a tutte le velleità artistiche di uno dei migliori registi italiani su piazza.
Provaci ancora Paolo!
















PS:
Al trentesimo dolly volevo urlare: FERMALA CAZZO!
Ammetto di aver rimpianto fortemente lo stile classico di Hollywood.

lunedì 17 ottobre 2011

Periferia XVII - Uccidere il 68'















Venerdì sera ero ad un dibattito "culturale" dove si parlava del fare critica nel 68'. Loro che erano giovani all'epoca adesso hanno i capelli bianchi e sono in pensione.

Sarà capitato anche a voi di assistere a discussioni del genere, magari su altri temi, dove uno o più di questi sopravvissuti ricorda gli anni delle rivolte e della contestazione. 
Erano pieni di giuste motivazioni, avevano i mezzi intellettuali per cambiare le cose, erano sfrontati rispetto alle regole e non portavano rispetto alla generazione precedente. Volevano metaforicamente "uccidere il padre e prenderne il posto di comando". Anni di vere rivolte con ideali importanti che hanno cambiato il paese.
Questo orgoglio di aver preso parte ad uno dei periodi più importanti del novecento e che ha portato l'espressione culturale ai massimi livelli, resiste tutt'ora.

Quei giovani sono diventati la nuova classe dirigente, e paradossalmente lo sono tutt'ora.
Loro vanno fieri e rivendicano gli anni di protesta. Erano gli anni di piombo, della lotta armata e degli scontri feroci fra polizia e manifestanti. Oggi quelle persone che parlano di "uccidere il padre" guardano con occhi diversi la manifestazione di Roma.
Quasi a dire:
I giovani che protestavano nel 68' avevano vere motivazioni ed erano contestazioni giuste e pacifiche. I giovani che protestano oggi dovrebbero andare a lavorare, nessuna ideologia e capaci di esprimere solo violenza.

Con questo non voglio legittimare o schierarmi dalla parte dei Black Block.
Trovo semplicemente ipocrita continuare a vivere nel mito dei sessantottini e le loro cazzo di proteste che incendiavano il mondo intero. Siamo schiavi di quel periodo intoccabile e di una generazione che continua a dettar legge reprimendo un futuro che solo a loro sembra esser stato concesso.
Sabato centinaia di migliaia di persone (in tutto il mondo occidentale) chiedevano il cambiamento di una società piegata da logiche fuori tempo che avanza verso un inesorabile declino. Nonostante questo nessuno ha ancora avuto il coraggio di farsi da parte, ma si è preferito parlare dei danni alla città e i momenti di terrore.

Io non ho foto della manifestazione o racconti su di essa, non ero a Roma e non posso sapere com'era. Esprimo un pensiero periferico da persona lontana dai fatti che vuole semplicemente dire:
Uccidiamo il 68' e quello che ha significato per il bene del nostro presente.
















(ognuno ci veda quello che vuole)

venerdì 14 ottobre 2011

Who is Pannella

Vorrei scrivere qualcosa di intelligente ma non ci riesco. E' più forte di me. Riesco solo a dire:

PANNELLA SALVA BERLUSCONI

Ma chi è Marco Pannella?
Ve lo dico io in 10 punti.

  1. Uno dei parlamentari italiani più longevi.
  2. Quello che fa lo sciopero della fame ogni due per tre senza morire mai.
  3. Un vecchio di 81 anni che si fa le canne e pretende di avere ragione.
  4. Un tipo alla guida di un partito nato nel 1955 (56 anni fa).
  5. Uno che fa militanza politica perché lo fa sentire giovane.
  6. Uno che parla di libertà, uguaglianza e diritti civili da 35 anni a spese nostre, e senza successo a quanto pare.
  7. Un partito, il suo, di cui nessuno ha ancora capito se sta a sinistra o a destra.
  8. Quello che ogni tanto urla e tira panette di hashish alla gente.
  9. L'uomo da ringraziare quando vedete Daniele Capezzone in TV.
  10. E' Gandhiano, pro Dalai Lama, non violento, segue le idee di Martin Luther King... ma quando Berlusconi chiama manda a fanculo tutti i santi.

Siamo alla frutta. Ma almeno aiuta a combattere i Radicali Liberi.

giovedì 13 ottobre 2011

Lo stage in Italia oggi

















Riporto una nota trovata su Facebook (precisamente qui) relativa ad uno scambio di mail fra tale Caterina e  Giancarlo Politi di Flash Art. La nota è di Carolina Pieri.
Non conosco nessuno dei citati e nemmeno l'attività di Flash Art. 
Ecco l'oggetto della discussione:

--

Flash Art cerca sempre stagista per Assistente di Redazione
A causa dei frequenti e normali turnover che avvengono nella nostra redazione, in cui i nostri redattori sono chiamati quasi sempre altrove a più alti, importanti e remunerativi incarichi (ben per loro! Auguri vivissimi! Siamo qui per questo), siamo sempre alla ricerca di uno o più stagisti per Assistente di Redazione per Flash Art Italia e International. Teniamo a precisare che, ahinoi, per almeno 8-10 mesi, il rimborso spese per uno stagista che deve imparare tutto, è minimo, quasi inesistente. Chiedete altrove quanto percepisce uno stagista.
Lo stage in Flash Art e più di un master superspecializzato. Devi imparare tutto, bene e subito.
In alcuni casi, presso alcune importanti aziende, lo stage, assolutamente gratuito dura un anno. D'altrond e lo stage, almeno da noi, vi permette di apprendere al meglio una professione, quella del redattore specializzato in arte contemporanea, oggi particolarmente richiesta da uffici stampa, Gallerie, Fondazioni, stampa periodica. Lo stage in Flash Art deve essere considerato alla stregua di una scuola altamente specializzata. Lo dimostrano i ruoli a cui i nostri ex collaboratori sono chiamati a ricoprire. Da noi lo stagista non deve fare fotocopie ma diventare da subito operativo.
Preghiamo dunque di rispondere al presente annuncio SOLO a chi possiede i requisiti richiesti e a chi può mantenersi per parecchi mesi a Milano.

Caterina:
Mi spiega perchè i miei genitori o chi per essi dovrebbero pagare perchè IO lavori PER lei?
Solo persone ricche possono dunque lavorare da FlashArt?
Mi dica una cosa: se potessimo non lavorare per vivere, secondo lei, lavoreremmo?
Evidentemente lei non si e' mai trovato nella spiacevole situazione di dover lavorare per vivere, fortunello lei.
Le auguro una vita senza rimborso spese (Chieda altrove quanti ne percepiscono uno AHINOI)

Giancarlo Politi:
Caterina, se tu fossi in grado di lavorare per noi ti offrirei subito, anzi, prima, due o tremila euro al mese. Prima impara a scrivere, a leggere dai siti e giornali del mondo, a fare una notizia in dieci righe, a fare l'editing di un testo, a impaginare con inDesign e poi potrai avanzare pretese.
Lo sai cosa dice Tronchetti Provera? Lavorare oggi a buoni livelli e' un lusso. Se uno non lo capisce vada a lavorare al Mac Donald. E' forse il tuo caso? Auguri. Giancarlo Politi
PS. Chiedi allo Stato di aiutarti. La mia azienda non e' di beneficenza. E tu cerchi la beneficenza.

Caterina:
In tal caso sono lieta di farle sapere che non solo so scrivere ed impaginare con indesign ma mi sono laureata in design col massimo dei voti e di software tecnici ne conosco almeno 10 tra grafica, photo editing, disegno e 3D. Parlo correntemente 4 lingue e la mia conoscenza dell'arte contemporanea e' ottima. Vivo e lavoro all'estero da anni e mi creda, dal suo annuncio la cosa che vorrei meno al mondo e' lavorare per lei. meglio il mac donald's, quanto ha ragione! La beneficenza se la faccia fare lei, povero indigente che non puo' nemmeno pagare un povero stagista il minimo. 
Anzi, meglio: perche' non cheide all'uficio delle imposte? saranno lieti di aiutare chi fa profitto sul lavoro non pagato.
Avanti cosi', lei e' UN EROE.

Giancarlo Politi:
Caterina, come vedi ora anche le mignotte debbono parlare 4 lingue, conoscere l'arte e inDesign. Il globalismo fa miracoli. Buon segno. 
Buon lavoro. GO

(non mi è dato di sapere se lo scambio di mail è un fake o realtà, certo è che l'annuncio è reale -> qui)
---

Le conclusioni ed eventuali giudizi sul merito li lascio a voi. Mi limito a spostare l'ago della bilancia più in là di questo.
Questo genere di annunci e risposte non può che demoralizzare tutte quelle persone che cercando di entrare nel mondo del lavoro, le vecchie storielle del self made man sono morte e sepolte da tempo. Sono stanco di sentire anziani di successo che si vantano di aver iniziato dal nulla e di essere entrati in un settore a loro sconosciuto e aver fatto successo.
Adesso per ambire a determinati posti di lavoro può non bastare un CV di tutto rispetto e mille esperienze di vita. C'è una generale svalutazione del nostro saper fare, delle nostre competenze e della nostra intraprendenza. Saper usare svariati programmi, lingue straniere e avere una LAUREA è normale se non completamente scontato. 
Lo stato non si è mai preoccupato di arginare questo fenomeno di svalutazione delle competenze delle nuove generazioni, in certi casi lo ha perfino incentivato sorvolando il problema e varando leggi discutibili sui contratti precari.

Dobbiamo prendere atto di questo e iniziare noi a combattere un sistema fine a se stesso. Siamo noi i primi ad alimentarlo. 
Rifiutare questo tipo di stage è un obbligo morale e nonostante il tono provocatorio la signorina Caterina ha dato un esempio sotto alcuni punti di vista. Eppure al posto suo ci sarà subito un altro ragazzo pronto ad accettare quello stage. 
Se un precario sottopagato chiede un aumento a rischio di doversi licenziare, verrà mandato via e sostituito in pochissimo tempo da un altro pronto a fare lo stesso lavoro anche per meno. Attenzione: non sono gli immigrati quelli che ci rubano il lavoro, ma siamo noi "italiani" in una lotta tra disperati.

Intanto iniziate a chiedere soldi quando vi viene chiesto un lavoro, e quando dovete scegliere se fare uno stage  guardate e chiedete se è uno stage finalizzato all'assunzione. Disertate da quei bandi di stage aziendali a ciclo continuo che servono solamente a far fronte ad una mancanza cronica di personale.

Poi come dico spesso: servirebbe uno sciopero prolungato di tutti i volontari e stagisti italiani.
Una manifestazione del genere farebbe crollare l'intero sistema culturale italiano e metterebbe seriamente in crisi altri settori.

PS: Se poi penso ad una mia amica che fa lo stage in Zambia per l'ambasciata italiana senza nessun tipo di rimborso... 


Aggiornamento: la notizia è stata appena pubblicata sul sito letteraviola, a questo punto è probabile una diffusione a macchia d'olio.

martedì 11 ottobre 2011

Vasco Rossi usa la K

Oggi mentre pranzavo ho fatto l'errore di guardare il TG5.
Passava un servizio su Vasco Rossi che risponde a Nonciclopedia sulla sua pagina Facebook (notizia di rilievo nazionale), dove il rocker scrive:


andatevela a vedere, prima di parlare, questa nonciclopedia! e piantatela di fare commenti superficiali senza conoscere direttamente quello di cui parlate! non sopporto i pressapochismi! Nonciclopedia E' una idea "stupida volgare vergognosa ignorante e ipocrita"! Non si può scrivere che Anna Frank se l'è voluta perchè ebrea!! questa non è ironia! questa è porcheria da due soldi volgare e vergognosa! ....altro ke ridere

(Con tanto di un famoso stencil di Banksy a fine testo)

In questo momento mi sto chiedendo il senso di quell'immagine in relazione al testo.
Forse non c'è!

In ogni caso, dopo aver visto il servizio in TV sono andato a rileggere la suddetta dichiarazione su Fb. Ho notato un uso molto personale del maiuscolo e un gran numero di punti esclamativi. Tanti, troppi errori.
Certo Vasco ha sicuramente un ufficio stampa, ma a lui piace fare il rocker che comunica con i fan su Fb, e quindi  scrive di pugno quello che pensa. Almeno questo è quello che vuole farci pensare.

Ma il punto di tutto questo post non è nell'immagine di Banksy e nemmeno negli errori ortografici, il vero problema è quell'ultima maledetta frase:
...altro ke ridere
La stramaledetta K al posto del CH.
Oltre 13mila fan di Vasco hanno avuto il coraggio di premere Like a questo post.
1500 hanno condiviso il post sulla propria bacheca.
Ci sono 3mila commenti, non li ho letti tutti, ma di quelli che ho letto ce ne fosse stato uno che diceva della K.

Ok lo sfogo, ma la K... Uno con 2milioni di fan sulla sua pagina Fb che scrive con la K, esiste solo in Italia.
Io ho paura di fare errori ortografici e grammaticali sul mio blog letto a malapena da 50 persone e lui fa il figo usando la K senza problemi.
Perché quella K è un segnale, è ammiccare ai giovani e far vedere che usa il loro linguaggio fino a sdoganarlo. Vasco è talmente rock che usa l'italiano da sms e che scrive su Fb quello che gli pare. 

Questo è il pubblico che si merita Vasco, quello che vorrebbe la liberalizzazione della K.

In tutto questo sconforto, ripenso al TG5 che ha mostrato il post alla nazione senza curarsi di trasmettere una dichiarazione (per certi versi delirante) piena di errori e di dubbio interesse nazionale.

mercoledì 5 ottobre 2011

Alla prossima -sospensione-

Questa settimana non riuscirò a metter mano al blog. Come avete visto negli ultimi tempi la frequenza dei post è sempre più scarsa. Settembre - Ottobre sono da sempre i miei mesi neri, quelli pieni di cose e dove sono sempre di corsa.
Il ritmo ridotto e la non presenza dei post Periferia andrà avanti per tutto questo mese, dopo di che prometto di tornare a vecchi standard.
Paradossalmente incappo nel gesto di Roberto Recchioni che sospende il suo blog contro il:
Comma 29 del DDL intercettazioni.


Campagna che approvo in pieno e che mi trova favorevole. Certo il mio blog non si ferma realmente per protesta ma spero che abbia risonanza in rete e fuori.

lunedì 3 ottobre 2011

Drive di Nicolas Winding Refn

Lo aspettavo da mesi. Se ne parlava un gran bene. Nicola W. Refn è uno dei miei registi preferiti. Valhalla Rising volava altissimo. La trama era quella giusta.
Sono andato al cinema con un'aspettativa oltre misura, e una grande paura di rimanere deluso. 
Ma a quanto pare non è stato così.
Sigla.



Ci sono film d'autore che ti scivolano via senza lasciar traccia, Drive ti centra in pieno e ne esci cambiato.
Potrebbe durare 10 minuti e a nessuno verrebbe in mente di chiedere il rimborso, perché quei dieci minuti iniziali sono quelli di una vita. Una rapina, la musica martellante e i titoli iniziali. Finito.
Ormai la nostra testa è lì con lui, quel Ryan Gosling che ti da 5 minuti. Prima e dopo sei da solo ma in quei minuti è con te. Lui guida e basta.
Chiaramente lo fa da Dio.

Alla base una storia d'amore di silenzi e sguardi infiniti, incapace di nascere e di sbocciare se non per in un bacio lunghissimo prima di un cruento bagno di sangue. Refn riesce a tenere tutto sotto controllo, uno stile di regia impeccabile e una direzione degli attori al limite del miracolo.
E' un Gosling che non ti aspetti, quello che fa sbavare le ragazze e gasa gli uomini, silenzioso e con gli occhi gonfi di amore per Carey Mulligan e allo stesso tempo una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in un tripudio di violenza. Inutile dire che buca lo schermo come non mai e ridefinisce la figura del "driver" (non c'è Fast and Furious che tenga) lanciandolo nell'immaginario collettivo, grazie anche ad un abbigliamento insistito ed azzeccato.
Refn, dopo il fallimentare Fear X, al secondo round vince la sfida con il cinema americano conquistando la Palma come Miglior Regia a Cannes 2011, dimostra di saper piegare il genere alla sua visione e confrontarsi con trame classiche senza perdere ritmo, stile e freschezza che da sempre contraddistingue il suo cinema.

Se volete un approccio alternativo al film potete leggere le due recensioni dei 400calci, qui (Luotto Preminger) e qui (Nanni Cobretti). Questa volta non posso che essere d'accordo con loro, sopratutto quando dicono:

Entrerai al cinema pensando che le rapine cool siano Ocean’s Eleven, ne uscirai con un fetish per i giubbini imbottiti argentati e i font in corsivo rosa. 

La verità è che di Drive stupisce l'immensa scimmia che ti prende una volta uscito. La colonna sonora di Cliff Martinez ti entra dentro, le movenze di Ryan Gosling fanno parte di te e certe battute diventano difficili da dimenticare.
Stringere il volante prima di partire e rispondere dopo lunghissimi attimi potrebbe essere solo un primo effetto collaterale, di seguito potresti non fare a meno di attaccare Youtube a palla e posizionarti al pc come un autistico con questo hype a ripetizione.
















Andate a vederlo, perché è il film dell'anno e a meno di capolavori improvvisi non sembra esserci di meglio in giro. Con una certa soddisfazione forse fra un decennio potrete dire: io l'ho visto al cinema.

Questo il trailer: