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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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domenica 9 giugno 2013

Solo Dio Perdona

Solo Dio Perdona è un film di Nicolas Winding Refn.






















Personalmente considero N.W. Refn  uno dei migliori registi contemporanei. Rimasi ammaliato dalle sue storie e dalla sua regia già ai tempi di Pusher 2 e 3, con l'immenso Valhalla Rising visto al Torino Film Fest del 2009 ebbi la conferma di un autore in crescita capace di plasmare ogni materia narrativa alla sua personale visione. 
A Torino ebbi la fortuna di parlarci 10 minuti. Persona squisita, umile e simpatica, tanto da lasciarmi una delle sue mail personali per un progetto. (si ok, è vero, me la sto tirando)

Drive (qui la mia rece) è il film con cui è uscito da quella nicchia cinefila per conquistare il grande pubblico, e porsi all'attenzione di tutti con un cult indimenticabile. Drive è tanto bello quanto avulso dalla filmografia di Refn. Filmografia che in molti hanno continuato a snobbare, e una volta di fronte a Solo Dio Perdona sono incappati in una sonora delusione.

Musica:
















A Bangkok Julian (Ryan Gosling) gestisce insieme al fratello una palestra di Thai Boxe, usata come copertura per lo spaccio di droga. Quando suo fratello stupra e uccide una minorenne richiama le attenzioni di Chang, poliziotto in pensione che risponde all'omicidio con altrettanta violenza. La madre di Julian arriverà sul posto decisa a non lasciare impunita la morte del figlio, alimentando una spirale di vendetta inarrestabile.

Una trama semplice, potente e perfetta per un film di serie B. Ambientato e girato in una sudatissima Thailandia fra i sobborghi di Bangkok, Refn non cede alla tentazione di un nuovo Drive e punta deciso ad una personalissima opera che non scende a patti con nessuno. Impone la sua visione, i suoi ritmi e le sue ossessioni in un concentrato di cinema purissimo.
Solo Dio Perdona è privato di qualsiasi elemento narrativo superfluo. A Refn non interessa approfondire dettagli della trama e i personaggi che si muovono al suo interno. Chi è veramente Chang? Qual'è il passato di Julian?
Vuoti che lo spettatore può riempire con le sue ipotesi e la sua immaginazione, ma che esulano dalle intenzioni di un regista che preferisce colmare con immagini, suoni e musica fino a conquistarne i due sensi in maniera totale. Quasi un ritorno alla radice cinematografica degli albori, in un'epoca dominata dai virtuosi del dialogo e barocchismi di sceneggiatura.
L'ennesima perla imbrattata di sangue nella lunga filmografia del regista danese.

Imbrattata di sangue.
Si. Perché Solo Dio Perdona ha una fotografia stupenda capace di rendere ogni inquadratura un'immagine d'autore, merito anche di location inusuali ed esotiche e al contempo brutalmente kitch. Il tutto dominato, come sempre, dal coloro rosso. Un rosso vivido che rimane in testa e contamina l'intera visione.
Rosso come il sangue, per l'appunto, che scorre nel film, senza particolari censure, con momenti al limite del slasher. Violenza che deflagra sui corpi delle vittime con realismo ed efficacia e che rimanda all'anima della poetica di Refn, dove l'atto violento di un uomo sull'altro risiede dormiente dentro di noi e nella nostra società ma che una volta esploso porta a conseguenze inevitabili senza ritorno.
Da qui il titolo. In una spirale di vendetta e violenza dove non c'è perdono, e l'unica via di fuga è il sacrificio.


Solo Dio Perdona è un western metropolitano dove si scontrano antieroi moderni in un vortice di interpretazioni magistrali. A partire da Ryan Gosling che sorprende tutti in un ruolo inaspettato dove dismette i panni dell'outlaw hero, in favore di un personaggio complesso e ricco di sfumature negative rendendolo a tutti gli effetti un protagonista atipico. Quello con cui il pubblico voleva identificarsi ma che ripudia nel corso della visione.
Grandiosi anche Kristin Scott Thomas e Vithaya Pansringarm. La prima capace di interpretare una madre dominata dall'odio e che vomita solo parole orribili, il secondo spaventosamente silenzioso e dai movimenti controllatissimi, ma che impone rispetto e paura creando un personaggio che è già storia.


Un film d'autore d'introspezione dominato dalla sicura mano di uno dei pochi registi di oggi capaci di stupire e ammaliare con una visione mai scontata, mai superflua, sempre indimenticabile.
In definitiva bellissimo.
















PS: se vi è piaciuto Valhalla Rising correte. Se avete visto solo Drive il rischio di una delusione è dietro l'angolo.
PSS: il film è dedicato ai Jodorowsky. E fra i ringraziamenti c'è Gaspar Noè.

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