Per andare all'università prendevo il treno.
Fermava in una stazione secondaria, quasi sempre deserta e malfamata.
Al di là del piccolo muro che costeggiava l'uscita dalla stazione, una grande distesa di siringhe usate.
Era un luogo di ritrovo abituale per i tossici del posto. Ogni tanto li incontravo, erano come zombie stralunati. Camminavano piano, sguardo nel vuoto, persi in un altro mondo. Alle volte saltavano il muro, se mi andava male mi fermavamo e volevano assolutamente una sigaretta.
Poi c'era lui. Si dava un tono. Non sembrava alla deriva, lo avrei definito un tossico distinto. Consapevole della sua condizione di emarginato. Lo chiamavano Samurai.
Una volta anche lui mi chiese gentilmente una sigaretta. Gliela diedi. Lo guardai incuriosito.
Lui mi disse alcune cose, ma solo una frase mi rimase impressa.
ANCHE IO COME UN SAMURAI, SEGUO LA VIA DELLA SPADA.
3 commenti:
Scrivi molto bene. E soprattutto vivi quel che scrivi.
Anna
Potrebbe aver visto Ghost Dog di Jim Jarmusch oppure aver letto il libro "La via della spada"... O forse da bambino aveva un nano giapponese che gli faceva da maestro come Karate Kid!
Cami
..apprezzo molto...
nickoftime
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