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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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venerdì 8 marzo 2013

Il Grande e Potente Oz

Lo straordinario successo planetario di Alice in Wonderland ha generato conseguenze inaspettate e considerazioni necessarie:
  • Cazzo siamo andati in così tanti a vedere un così brutto film.
  • Tim Burton spesso e volentieri è un pessimo regista.
  • Evvai con il revival a tema fiabesco. Hansel e Gretel, Cappuccetto Rosso Sangue e Biancaneve e il Cacciatore.
  • Questo film.


Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi nasce dichiaratamente per bissare il successo del sopracitato.
Un prequel di una fiaba classica di cui Disney detiene i diritti da tempo, un regista visionario e stimato dalla critica al timone, un 3D sparatissimo e tanti buoni sentimenti old style. E se sulla carta sembrava l'ennesimo disastro melenso, il grande e potente SAM riesce nell'impossibile e ci fa sognare come bambini negli anni trenta.

Il film si apre su un circo ambulante nel Kansas in un'atmosfera vagamente Burtoniana, con un bianco e nero retrò con tanto di quadro in quattro terzi.
Qui il mago Oz cerca di raccogliere qualche moneta da miseri spettacoli di trucchi e rozza magia. Durante una tempesta sale inavvertitamente su una mongolfiera e finisce in un tornando. Questo segna il passaggio fra i due mondi, così come lo era stato il buco per Alice. Paradossalmente le due scene si equivalgono, sia per uso del 3D, sia per effetti e quello che realmente succede, un vero e proprio momento fotocopia.
L'arrivo ad Oz il film diventa a colori e va a coprire finalmente tutto lo schermo. Un effetto telefonato ma di grandissimo impatto dove anche la stereoscopia diventa finalmente funzionale al racconto e i suoi elementi fiabeschi. Di qui in poi la storia racconterà di come Oz diventerà il potente Mago che il popolo aspettava e della sua battaglia per liberarlo dal dominio della strega cattiva.

Per quanto sia avverso alla visione in 3D, poco incline ad amare film dove i protagonisti si muovo su un set completamente verde (green screen), e disinteressato al fenomeno delle trasposizioni fiabesche. Il Grande e Potente Oz mi ha divertito e strapazzato con la sua fantasia manco fossi un bambino. Vi ho rivisto la magia Disney, quella di una volta che riusciva a fregarti sempre e comunque; un condensato di emozioni basilari che solo una fiaba ben raccontata può trasmetterti. Sam Raimi in questo fa un lavoro eccezionale, non cambia la materia narrativa al suo stile (vedi Burton con Alice), ma parte dal film del 1939 e il libro, per ricostruire un mondo fantastico e pertinente a se stesso affidando la miccia della rivoluzione agli attori e la regia.
Una regia calibrata, ma non esente da colpi di scena o veri momenti di tensione, capace di non farsi sopraffare dal grande dispendio di effetti digitali e di regalare grandi momenti di cinema come la scena nella città di porcellana devastata.
E infine gli attori. Grande mattatore James Franco, perfetto nel ruolo di Oz con la sua faccia da gentiluomo e quel sorriso sornione a nascondere la sua indole bugiarda. Le tre streghe sono invece un tris di attrici molto diverse tra loro. Mila Kunis, Rachel Weisz e Michelle Williams. Tutte e tre brave con i loro momenti di protagonismo, ma a conti fatti nessuna che emerge sulle altre, restando tutte all'ombra dell'ingombrante personaggio di Franco.

Insomma un film raccomandatissimo. Da vedere e rivedere. Applausi su applausi a Disney e Sam Raimi.

Ah, gara a scoprire l'immancabile comparsata di Bruce Campbell.



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