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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

domenica 11 marzo 2012

Paradiso Amaro














Paradiso Amaro di Alexander Payne parte da un'idea abbastanza interessante.
Le Hawaii non sono il paradiso che immaginiamo, non esistono solo i turisti con i loro cocktail sulla spiaggia. C'è tutta una serie di persone che ci vivono, soffrono e affrontano i problemi quotidiani come nel resto del mondo.
Matty King (George Clooney) è un avvocato che vive da sempre nell'arcipelago con la famiglia. In seguito ad un incidente in motoscafo la moglie di Matty entra in coma. Contemporaneamente sulle sue spalle grava una grande scelta economica riguardante anche l'intera comunità delle Hawaii.

Bene o male sono in linea con chi ha recensito il film prima di me. Paradiso Amaro è uscito da qualche settimana, molti di voi l'hanno visto e chi voleva ne ha letto. Io sto con chi stroncava il film. Non mi è proprio piaciuto. Si lascia vedere con molta semplicità, ha un buon ritmo e discrete interpretazioni. La location tropicale funestata da piogge e nuvole è una bella trovata. Peccato che manchi tutto il resto.
Tutto è scritto, girato e musicato per piacere; se dovessi liquidarlo in poche parole direi:  film furbetto.

Un ammicco continuo, raccontando i drammi senza ferire e piazzando sempre una battuta simpatica al posto giusto. Tutti recitano e fanno esattamente quello che dovrebbero fare. Una sceneggiatura piena di buchi e situazioni paradossali che sfociano talvolta nella risata involontaria. Dopo appena dieci minuti penserete ad un ipotetico finale, e così sarà senza la minima sbavatura.

Citando il giornalista Mauro Gervasini:
Si salva solo Bob Forster che tira un pugno ad un giovane imbecille.

Alexander Payne mi sembra la versione americana di Gabriele Muccino. Non so dirvi il motivo.

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