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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

...inoltre: cinema, fotografia, cultura e altre cose che mi passano per la mente.

venerdì 11 novembre 2011

Periferia XVIII - Una volta













Ci sono passato davanti un milione di volte, oggi l'ho fotografato nella paura del giorno in cui sparirà.
E' il ricordo di un'Italia che non c'è più, di un'epoca finita tanti anni fa, ma che ho avuto la fortuna di sfiorare nella mia infanzia quando ormai stava per sparire.
Ah, se non l'avete ancora capito è una stalla per maiali.

Quando ero piccolo non era l'unica nella zona, altre famiglie ne avevano una nelle immediate vicinanze della casa. Generalmente c'erano due maiali, alle volte anche uno solo, e gli davano da mangiare attraverso le mangiatoie che spuntavano dall'esterno.
Ammetto di aver sempre avuto una paura infernale di questa stalla. Un luogo angusto, buio e con quei maiali sporchi a far casino. Mi avvicinavo mal volentieri, perché ogni tanto mettevano il muso fuori in cerca di cibo e mi facevano saltare dalla paura.
Con il tempo i maiali sono spariti e la stalla è rimasta lì abbandonata, rattoppata alla bene meglio. Nessuno ci fa più caso. Inutile riconvertirla, così in mezzo al nulla non è di grande utilità. Per me questo rudere malconcio ha un fascino particolare, ci sono affezionato e mi riporta alla luce tanti ricordi.

Dalle mie parti il piccolo contado era molto attivo, in tanti avevano un campo dove coltivavano alcune varietà di verdure e per la gran parte Granturco. Ancora oggi attraversando il paese dove vivo, si passa in mezzo a svariati campi coltivati a Mais. Una volta un'amica di fuori mi disse: ma che ci fate con tutte queste pannocchie? 
In effetti il perché delle pannocchie non l'ho mai ben capito. Di fatto che ci sono sempre state e continuano a essere coltivate.

Tornando alla stalla, adiacente ad essa c'è una piccola strada che percorrevo più volte al giorno in bicicletta. La strada sbucava in una corte per poi proseguire in campagna. Usava stendere tutto questo Granturco a essiccare davanti le case. Io di questi momenti, paradossalmente, ricordo le mie ginocchia sbucciate piene di sangue.
Non ti avvisavano quando c'era, e su quel cazzo di Granturco steso in bici perdevo aderenza e cadevo puntualmente, mandando all'aria tutto.
Non si sono mai arrabbiati, eppure succedeva ogni volta! Ripensandoci, non è che fosse proprio legale occupare una via di passaggio, se pur davanti casa loro, con una distesa del genere.

Non c'è un vero perché di questo post, o una morale. Mi è presa così, un picco di nostalgia.

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